L’influenza climatica che il lago di Garda riesce ad esercitare sul territorio circostante, in termini di mitigazione, è ben nota a chiunque. Ma i suoi benefici effetti si manifestano anche in maniera meno visibile, ad esempio sulla composizione del terreno, ovvero generando un terroir con tanta sabbia su limo e argilla.

Proprio sulle colline moreniche a sud est del grande lago sorge un’interessante realtà enologica: Corte Sant’ Arcadio.

L’ azienda dispone di circa 15 ettari di vigneto, in cui sono coltivati diversi vitigni sovente utilizzati in uvaggio per creare vini, come nella migliore tradizione veneta.
Il prodotto degustato è un Custoza DOC, da Garganega, Trebbiano toscano, Cortese, Tocai, Malvasia e Pinot Bianco.
Si tratta di un vino dotato di interessanti aromi fruttati e floreali che emergono sia al naso che ad una rapida disamina gusto-olfattiva; le fragranze sono delicatamente agrumate, su un più preponderante profumo di mimosa, camomilla e pesca bianca. Non manca, nel retrogusto, un piacevole tocco erbaceo di fieno.

L’aspetto però su cui sorprende maggiormente è la sua consistenza. Sostenuta da una buona base minerale, si muove placidamente nel bicchiere, da vino ben più altisonante.

Ciò che invece è sembrato essere leggermente al di sotto delle aspettative è stata l’acidità, per cui, nel gioco degli equilibri, fa sì che il vino risulti piuttosto morbido.
In ogni caso parliamo di un prodotto di un rapporto qualità/prezzo decisamente favorevole, ottimamente a suo agio durante un pasto leggero più che per un aperitivo.
L’azienda conduce le sue attività in maniera molto tradizionale;  in vigna si effettuano unicamente trattamenti naturali e tutto il lavoro di raccolta viene eseguito a mano con cassette di legno subito recapitate in cantina, per evitare l’ossidazione.
È un bell’esempio di azienda familiare, dove si vive dove si lavora, o si lavora dove si vive. In ogni caso è un privilegio.