Vi piace il profumo del polline? Quello intenso dei fiori in piena attività? Quello che fa impazzire le api e le donne? Se la risposta è sì, il Gewurztraminer Gess 2013 di eredi Cobelli è il vino che fa al caso vostro. Ha conquistato perfino me che non sono il primo fan dei morbidoni-profumoni, quali ad esempio i traminer italiani, che trovo nella maggior parte dei casi eccessivamente grassi, quasi stucchevoli e al limite dell’alcolico.

foto www.suedtiroler-weinstrasse.it
Tra l’altro leggendo Wine Grapes, meglio conosciuto come la bibbia del vino della mai troppo acclamata Jancis Robinson, apprendo che Gewurztraminer e Savagnin (a bacca rosa in entrambi i casi) condividono quasi lo stesso DNA, anzi sono praticamente sinonimi.
E non solo… non vorrei scatenare un incidente diplomatico ma la Robinson sembra anche smentire l’origine altoatesina del “traminer” (argomentando con varie teorie) in quanto assente sia nei testi ampelografici storici del diciannovesimo secolo che nelle vigne dell’epoca (1857 Johann Philippe Bronner). 
Comunque sia il Traminer o Savagnin Rosè è un’uva antichissima la cui origine sembra risalire all’Egitto, imparentata con Pinot, Cabernet Sauvignon (e progenie), Petit Manseng e decine di altre come il Verdelho portoghese.

Il Gess è uno di qui vini che conquista subito. Mi piace al naso per questo pout pourri di fiori e polline appunto, frutta matura, ananas sciroppata in primis e avvertibile nota gessosa (suggestione? Gess è la traduzione dialettale della parola gesso).

Mi piace al palato perché almeno per i primi venti minuti, anche a solo, l’alcol è ottimamente bilanciato da una freschezza che si apre ampia ad inizio sorso per poi insinuarsi, quasi volesse farsi spazio con prepotenza fra glicerina e componente alcolica. Nessun cedimento nemmeno sul finale. 
Un vino double face, da intrattenimento, spendibile in una serata con gli amici fra una chiacchiera e l’altra da gustare a piccoli sorsi oppure opportunamente abbinato a qualche formaggio puzzolente, ai risotti con carciofi e funghi o a secondi piatti speziati di carni bianche o pesce (curry, noce moscata, ecc). Bisogna giocare a “trova l’abbinamento” col Gewurztraminer…
Attenzione però. Come una belva in gabbia il Gess va controllato e tenuto possibilmente a 12 gradi evitando che si scaldi troppo, altrimenti farebbe fatica a scendere. E’ un vino che si fa sentire in tutti i sensi e che come si suol dire, “sale in testa” nel senso che si avverte fisicamente il tipico e confortevole (almeno in inverno) calore di 15 gradi alcolici che parte dall’occipite e arriva su in cima al capo.

Assimilabile ad una droga per via di questa sensazione oppiacea da rilascio di endorfine dà in qualche modo dipendenza.