Nuova location per Golosaria Milano, la kermesse enogastronomica indissolubilmente legata al duo Paolo Massobrio – Marco Gatti. Il MiCo, in centro città, ha ospitato l’evento dal 17 al 19 ottobre: noi ci siamo stati solo domenica e per quello che abbiamo visto possiamo riferire di un evento con luci e ombre: per cominciare abbiamo riscontrato meno pubblico di quanto ci aspettassimo. Anche gli espositori, quelli con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere, lamentavano una scarsa densità partecipativa e in più alcuni stand erano strategicamente penalizzati rispetto ad altri. 

La tasca porta calice “Spiderman”

Se le ombre sono state poche le luci, in compenso, erano tante e luminose. Da segnalare Grill Academy e Parole e nuvole, una zona dove gli amanti del Toscano potevano giocare ad abbinare gli aromi del famoso sigaro con i più disparati gusti gastronomici, dal panettone alla scamorza, dallo spumante al cioccolato.

Molto interessanti i Wine Tasting, rigorosamente gratuiti, nei quali si potevano provare dai vini di Braida fino ai Lambruschi di Cantina Quistello
Menzione speciale (in senso negativo) per la “tasca” porta calici da Spiderman, un intreccio cervellotico simile a un retino nel quale era impossibile riporre il calice senza rischiare di vederlo per terra frantumato.
Conclusione: promuoviamo la nuova location, l’organizzazione generale, la qualità e il numero degli espositori. Rimandiamo all’anno prossimo la gestione degli spazi, rivedibile in un’ottica più egualitaria.
A proposito di vini, un giro tra i produttori lo abbiamo fatto anche noi. Alle note ha attivamente dato il suo prezioso contributo la nostra Emma Assi.
Gattinara 2009: naso ferroso e minerale. Gusto dritto eppure goloso. Ancora energico e duraturo il finale.
Valferana 2009: un cru di Gattinara. Fresco in bocca e ciliegia spiritata in primo piano. Il  tannino è ben integrato e l’allungo notevole e deciso.
Molsino 2009: altro cru di Gattinara, al naso più evoluto del sopracitato Valferana, ma sorso più morbido e setoso; nomen omen Molsino, in dialetto locale vuol dire morbido.
Spirito libero 2013: sangiovese in purezza, fa solo acciaio in cantina. Molto particolare l’etichetta in cui è ben evidenziata la quantità di solforosa presente. A una bella disposizione in bocca segue un naso inizialmente timido, che in compenso agevola una buona bevibilità.
Marujo 2010: concentrazione importante per questo Syrah maremmano, estremamente energico e fluente. Punta molto sul frutto  e ci riesce, in virtù di una impeccabile corrispondenza gusto-olfattiva.
Sessanta 2010: 80% Sangiovese e 20% alicante. Naso scuro e profondo, bocca morbida e pulita con frutti di bosco in bella evidenza.
Trait d’union dei vini di Casteani è una piacevole sapidità iodata.

Signae Cesarini Sartori

Culla del sagrantino, vitigno portentoso, i cui acini posseggono grandi quantità di polifenoli e antociani, sostanze antiossidanti benefiche. Proviamo La randa 2014: blend di grechetto e sauvignon: sentori di banana e tocco di mineralità, sorprende per sapidità, brio e bevibilità da vendere. 
Pepe rosa 2014: il sagrantino questa volta viene sposato a una pari percentuale di Sangiovese: il colore è rosa lampone e buona è la lucentezza. Al naso ha tratto erbaceo e sbuffi di liquirizia. Rosato atipico: ha struttura, sapidità, è potente e pulisce bene la bocca. Consigliato per piatti anche di carne.

Nota extra vinicola: a Cesarini Sartori hanno un Progetto del Cuore, teso a far sviluppare l’uva sagrantino non solo per la produzione vinicola ma anche per produzioni alimentari di conserve e marmellate a forte contenuto anti ossidante, proprietà che il sagrantino possiede naturalmente. Sagrantino e salute, quindi vanno a braccetto!


Tenuta San Giaime

Alla costante ricerca di cose nuove da provare ci siamo fermati a provare il syrah di Alessio Cicco, coltivato a 1000 metri in quel di Gangi, nel cuore delle Madonie. Qui c’è una Sicilia, diversa da quella che generalmente si fissa nell’immaginario collettivo, ma non per questo meno affascinante. Alessio coltiva le sue vigne in biodinamica e si dedica a un solo vino: S, syrah anche quest diverso dal solito. Fruttato e speziato, certo ma arricchito da una nota personale che difficilmente si trova in altri vini della stessa tipologia. Ingentilito da un accorto uso di legno, S ha una struttura piacevole ed una piacevolezza tutta da provare.