In Lombardia si beve bene, non si può negare. Come in tutte le grandi realtà eno-geografiche è facili imbattersi in vinacci di scarso contenuto qualitativo, è vero,  ma è altrettanto probabile incrociare vini in grado di emozionare o semplicemente di riscuotere apprezzamento. Go Wine ha organizzato giovedì scorso una serata dedicata ai vini lombardi: non potevamo perderla, quanto meno per la curiosità di provare nuovi assaggi, unita – come sempre – al piacere di riprovare cose già conosciute. 

Storica azienda oltrepadana, conosciuta soprattutto per gli spumanti. Abbiamo provato, per iniziare, il Brut 90% pinot nero e la restante parte chardonnay, quaranta mesi sui lieviti. Il perlage è fitto e molto fine, promette bene; al naso avverto subito la nota agrumata intensa e sferzate di fiori bianchi, con un po’ di pazienza emergono le note dei lieviti e piacevoli tocchi speziati. In bocca si percepisce la verve strutturale del pinot nero, ben bilanciata dalla piccola parte di chardonnay, che dona al sorso uno spunto ulteriormente fresco ed agile.
Il Riesling 2013 ha nota minerale permanente e fiera, sprizza energia, ed al naso manifesta nota erbacea di gioventù. La bocca è coriacea, dritta e sfuma in un finale medio lungo.
Il Vaiolet è una bonarda vivace, croatina in purezza. L’iniziale effervescenza alla vista scompare quasi subito, il colore è porpora luminoso. Naso vinoso piacevolmente fragrante, con accenni di ciliegia fresca e rosa. La bocca è quello che ci si aspetta, una sferzata di freschezza e sincerità.

L’azienda di Cazzago San Martino è una piccola realtà a conduzione familiare. Il  Nihil dosaggio zero  è un blend di chardonnay (85%) e pinot nero: perlage delicato e persistente. Le note aromatiche vertono sui classici glicine e camomilla, pera e melone con qualche accenno di pasticceria. In bocca fornisce una super prestazione: davvero molto secco – come d’altronde un pas dosé dovrebbe essere –  al gusto si presaenta nervoso, affilato ma non etereo, persistente e di stoffa. .
Subito dopo provo il Saten: naso lieve e sapido, con una costante nota erbacea; la bocca è fresca,  ma non molto espressiva, poiché tergiversa sulla sapidità.

La sorpresa della serata. San Colombano 2012 è ottenuto da barbera e croatina ed affina solo in acciaio, come piace a me; ha un bel colore porpora permeabile che precede il naso franco e diretto, fragrante e gioviale. Fiori freschi e more. Gran bevibilità.
Riserva 2007 contiene anche una piccola percentuale di merlot. Molto diverso dal precedente ha un colore ancora molto vivace, naso scuro di confettura, terra e muschio. Il sorso è elegante, dalla giusta struttura e intensità. Mi piace.
Un nome, una garanzia. Il Sassella 2011 ha naso dritto e fresco, incentrato su aromi di ribes, cioccolato: il gusto è armonico, fedele a quanto percepito all’olfatto. 
Nel Riserva La gatta 2010 si percepisce maggiore nota boisé ma il sorso è comunque fresco, agile ed elegante.
Lo Sforzato San Domenico 2009 ha un bel colore rubino acceso, naso leggermente spiritato e di arancia rossa. Il sorso è austero e ricco, particolarmente secco. Il tannino ancora ruggente, necessita di tempo per smussare le spigolature, ma darà grandi soddisfazioni a chi avrà la pazienza – la fortuna – di saperlo aspettare.