Gianpaolo Arcobello Varlese ha recentemente provato un grande vino italiano, lo dico con profonda convinzione, senza paura di essere smentito. Mi ha girato queste righe ed io, col suo permesso, le pubblico immediatamente: 
…è da quando sono appassionato di vini che ritengo e sostengo che il vino è ricerca. La varietà ampelografica del nostro maltrattato pianeta ci regala ogni giorno la possibilità di conoscere un nuovo vitigno, una nuova zona vitata, un nuovo vino. L’Italia poi è un pozzo dal quale attingere di continuo per scoprire nuove chicche enologiche. 

Ogni tanto però è giusto ricordare i vini che ci hanno emozionato. Non solo per il semplice piacere di riprovarli dopo qualche anno, magari un’annata diversa, ma per riconoscenza. Sì: riconoscenza, questa parola che spesso tutti noi dimentichiamo. 
Perché ogni tanto sarebbe bello e giusto dire grazie ai nostri genitori per tutto ciò che hanno fatto per noi.


Perché ogni tanto è bello riascoltare le canzoni del nostro gruppo preferito quando eravamo ventenni, e ricordare quando le cantavamo a squarciagola.
Perché spesso scorriamo la rubrica del nostro cellulare e vediamo nomi di amici che non sentiamo da mesi, anni, e sarebbe bello e giusto chiamarli, riconoscenti quantomeno del tempo trascorso insieme.
E perché in fondo già gli antichi romani sostenevano che repetita juvant!

Il Gattinara Riserva di Travaglini è un grandissimo vino, a mio modesto parere un vanto dell’enologia italiana, spesso, troppo spesso sottovalutato perché nebbiolo uguale barolo, mica Gattinara. Forse ha il difetto di essere ottimo in ogni annata, e qualche sapientone lo dà per scontato, pronto a buttare giù critiche alla prima annata non eccelsa.

Ma questa forse è la condanna di chi è costretto a vincere perché, con programmazione, studio, sudore e pazienza, ha raggiunto una costanza qualitativa che ogni anno fa nascere vini impeccabili sotto tutti i punti di vista.

Il Riserva 2005 è l’ultimo millesimo di Travaglini da me provato, e come le annate precedenti anche stavolta ho fatto chapeau dinanzi alla sua pulizia nel colore, alla profondità olfattiva che sprigiona profumi a getto continuo, e più passano i minuti più scopri fiori, frutti, note balsamiche. Mi sono emozionato nel gustare il primo sorso, ampio e profondo, ma allo stesso tempo delicato ed elegante, elegante, ed elegante. E poi lasciatemi dire che la bottiglia squadrata e satinata di Travaglini è troppo bella, un must have in ogni cantinetta che si rispetti! Potrei continuare a esaltarlo parlandovi della PAI interminabile, potrei giurarvi che prima lo stappate e più espanderà nel calice le sue note profumate, potrei postare le foto raffiguranti lo stupore di tutte le persone alle quali l’ho fatto provare, dal profano all’appassionato di vini, dal barolista al bevitore radical chic. 
Potrei dirvi che lo adoro nonostante sia un bianchista e che m’incazzo se penso che con trenta o quaranta euro in Francia (ma anche in Italia) ci sono vini ben più blasonati che il Gattinara di Travaglini lo vedono solo col telescopio Hubble.

Potrei proseguire ancora per molto, ma vi chiedo solo di fidarvi e provarlo. Vi rimarrà nel cuore.
Grazie Giancarlo Travaglini, l’emozione del vino vive nei tuoi vini…”