Una telefonata un po’ di studio e qualche dritta. 

Sei mesi fa in prossimità di Ferragosto promisi all’amico Roberto di andare a trovarlo nella sua cantina di Marsala per scambiare due chiacchiere, conscio anche di un aneddoto che mi raccontò e che mi fece molto riflettere sul valore del suo metodo classico millesimato Due Dei

Una storia che racconta di amicizia e sperimentazione, alla ricerca di altre, nuove vie, per interpretare l’uva grillo, già molto versatile di per sé, che si presta senza remore a qualsiasi vinificazione dal bianco al passito al fortificato e da qualche tempo spumante. 

La visita si sarebbe concretizzata non fosse stato per l’auto, guasta proprio a Ferragosto… batteria a terra e tutto rimandato a data da destinarsi. 

Ebbene è qui a Milano che, dopo innumerevoli vicissitudini e appuntamenti saltati finalmente ho avuto un calice di Due Dei fra le mani. La bottiglia ancora no e chi ha orecchie per intendere intenda 🙂
Immaginate le mie aspettative dopo sei mesi di digiuno e sete… E moltiplicatele. 


Scopriamolo assieme questo Due Dei.
Dal colore di un accattivante giallo dorato brillante, al naso spicca per fragranza con netti sentori di pane impasta di grande impatto e verve, e freschezza dei profumi che, pur non essendo molti, risultano ben definiti, fini e primaverili di fiori bianchi, lime, pesca e albicocca. Tutto ben integrato nella nota marina.
Uno spumante che è molto vino con una bolla fine e non invasiva al palato, soprattutto con l’andare dei minuti e con la temperatura che sale. 

Il finale è pulito di media lunghezza, dove tornano solo i toni freschi senza cenni amari.

In definitiva è un bel vino: diretto, senza troppi fronzoli e spendibile in qualunque occasione. 

Cosa mi trasmette? Personalità e carattere.