Non dimentico mai le parole del mio mentore enologico, quando mi trasmise con tono solenne e guardandomi bene negli occhi il principio cardine del buon degustatore: il vino è ricerca.
Cercando sempre cose nuove, mi sono imbattuto in una piccola denominazione, Cisterna d’Asti, consigliatami da un amico enotecario in quel di Castione della Presolana, Fabrizio.
La bottiglia in questione è Santa Lucrezia, della Tenuta Fratelli Povero, dell’annata 2011, ottenuto da croatina in purezza.
Il vitigno di origine, per associazione di idee, fa pensare alla bonarda e a vini non troppo sofisticati, beverini.
Non è sempre così e questa bottiglia lo dimostra: rosso rubino luminoso, al naso si avverte immediata speziatura da legno, cui segue aroma di lampone e terra, su uno spartito olfattivo sempre vegetale.
In bocca dà il meglio di sé: l’alcol è sostenuto da acidità lineare e da un insospettabile tannino, certamente non aggressivo ma ben amalgamato. La corrispondenza gusto olfattiva è quasi perfetta, il palato avverte ritorni vegetali e di frutti a bacca rossa, che gratificano un finale lungo.
Nota conclusiva: l’importante approccio alcolico, subito percepibile, richiede una temperatura di servizio intorno ai sedici gradi.