Eccoci giunti al secondo appuntamento di approfondimento sul barolo targato GoWine in collaborazione con la Bottega del Vino di Serralunga d’Alba, svoltosi durante l’ultimo fine settimana di Aprile.
E dopo la suggestiva cornice della chiesetta di Castiglione Falletto e un sabato all’insegna del tanto sole e cielo azzurro, ci troviamo ospiti del prestigioso Boscareto Resort sulla che strada che da Serralunga porta a Roddino, da cui si gode di una vista mozzafiato nonostante la giornata uggiosa.
Abbiamo ancora la fortuna di avere Gianni Fabrizio in qualità di relatore che il quale racconterà altri sette Cru di barolo, questa volta di Serralunga, con due annate in degustazione per ciascuno:
Barolo Fontanafredda Vigna La Rosa 2008 e 2006 – Fontanafredda
Barolo Sorano 2008 e 2006 – Ascheri
Barolo Cerretta 2008 e 2006- Sergio Germano
Barolo Prapò 2008 e 2006 – Schiavenza
Barolo Lazzairasco 2008 e 2007 – Guido Porro
Barolo Margheria 2008 e 2006 – Massolino
Barolo Airone 2007 Riserva e 2006 Riserva – Gigi Rosso
Il barolo è un vino storico ottenuto, con basse rese di circa 80 quintali per ettaro, da sola uva nebbiolo (o nebiolo come preferisce chiamarlo qualche produttore); questo è un vitigno dall’approccio difficile con bacca dal colore tenue che alla vista non presenta particolari spunti di interesse. Tutt’altra storia riguarda il naso: molteplici aromi sfaccettati e complessi lo rendono inebriante, ricco di profumi, potente e assolutamente unico.
Altro aspetto particolare è dovuto al tannino piuttosto astringente che richiede pazienza “affinché il tempo ne levighi l’esuberanza” come dice Gianni.
Il barolo insomma è un vino che va atteso per essere apprezzato appieno.
Gianni Fabrizio ci racconta il territorio di produzione del barolo la cui esposizione è sempre a Sud-Est o Sud-Ovest.
In 20 anni le fortune commerciali e l’incremento di vigneti hanno favorito un raddoppio della superficie vitata a nebbiolo.
E’ interessante notare che per disciplinare il barolo può essere commercializzato a distanza di 3 anni dal primo Gennaio dopo la vendemmia. Ad esempio l’annata 2008 non può essere immessa sul mercato fino al primo gennaio 2012 come minimo e anche la riserva prevede 5 anni di sosta dal primo Gennaio dell’anno successivo e minimo 18 mesi obbligatori in legno (come per il base).
Una concezione generale del vino che insomma trova moltissimi riscontri con la Borgona.
“Si ha il concetto del Cru anche grazie all’elevata parcellizzazione; qui amano imbottigliare ogni singolo appezzamento” sottolinea Gianni.
Partendo dalla tradizione, in questo caso, la legislazione ha lavorato bene aggiungendo menzioni geografiche e anche il nome della vigna come toponimo storico con uno spirito volto alla valorizzazione estrema di ogni singola unità.
Gianni ci spiega che procedendo da Alba verso Serralunga si sale di altitudine tuttavia “a 500 metri di altitudine finisce l’areale perché salendo ancora il nebbiolo non matura più bene nelle Langhe.” Di contro in valle si va difficilmente sotto i 220 metri.
Verso Est il terreno è costituito da marne compatte che danno più longevità e potenza (territorio di Serralunga), mentre verso ovest troviamo più sabbia che si traduce in più profumi e vini più pronti (territorio di La Morra).
Per facilitare la degustazione assaggiamo prima i vini della parte orientale del crinale solitamente potenti ma talvolta meno pieni, avvolgenti e corposi rispetto a quelli che danno sull’altro versante.
Per quanto riguarda le annate in degustazione, la 2008 è stata tardiva, grande classicità per il nebbiolo il quale ha bisogno di fresco per maturare bene.
La 2007 abbastanza calda ma molto anticipata con un inverno caldo che ha accelerato il germogliamento e, come reazione a catena, ha portato ad una vendemmia anticipata quando ancora non c’era forte escursione termica tra giorno e notte. Traducendo avremo quindi vini più morbidi ed avvolgenti.
Per concludere la 2006 risulta sulla carta una grandissima annata, contraddistinta da una settimana caldissima poco prima della vendemmia. Tuttavia è ancora troppo criptica e chiusa per poterne valutare oggettivamente la longevità.
Iniziamo il nostro percorso con il Fontanafredda 2008 Vigna La Rosa.
Parliamo forse dell’unico “Chateau” di barolo se cosi si può dire. Un’azienda enorme già proprietà di casa Savoia, ora di Oscar Farinetti di Eataly.
L’ esposizione a sud ovest ne fa un barolo godibile all’olfatto ma senza l’esuberanza dei profumi riscontrata nel territorio di Castiglione Falletto. Piacevole dal naso di caffè, radice e liquirizia, senza evidenti durezze. Bella la persistenza fruttata.
Il 2006 mostra una lieve nota verde che scompare con in minuti, fiori appassiti, tabacco, tostatura da legno e caffè. Bocca intensa ma morbida, tannino presente ma levigato. Lungo dai ritorni di tabacco e sapido. Gioca sull’eleganza.
Barolo Sorano 2008 Ascheri è una vigna poco più a sud su due esposizioni.
Profumi di frutti rossi e floreali. In bocca ottima freschezza dai ritorni balsamici. Meno levigato ma di buon carattere.
Il 2006 è molto diverso. Naso dai toni molto scuri, impegnativo su china, sangue e rabarbaro. Naso carico e bocca piuttosto facile, ma comunque improntata sulla masticabilità, ne fanno un vino non elegantissimo ma sicuramente denso dal tannino più marcato tipico della zona di Serralunga.
Barolo Cerretta 2008 – Sergio Germano
Sergio Germano ci comunica che l’azienda, presente da 150 anni in zona, cerca di lavorare rispettando il carattere del terreno e dell’uva con macerazioni lunghe con vendemmie di uve che siano il più mature possibile e con vinaccioli scuri.
Naso piuttosto dolce su confettura di lamponi, tabacco, vegetale quasi di peperone che denota freschezza spinta. Nota lieve di alcol in bocca, caldo con tannino centrale. Gioca sull’eleganza più che sulla levigatura del tannino. Vino sottile.
2006 dal naso di difficile interpretazione, intenso in bocca, grande tannino marcato e ruvido.
Masticabile e decisamente giovane.
Interlocutorio, da considerare in prospettiva ma non oggi.
Barolo Prapò 2008 – Schiavenza
Esposizione a sud della Cerretta.
Luciano Pira ci introduce al Barolo Prapò 2008 che è il vino di punta proveniente da terreno calcareo e tufaceo molto duro. Ne fanno 35 mila bottiglie all’anno. Gianni dice che il Prapò potrebbe dare dei vini più austeri con naso maturo, nota balsamica non da legno, densità di polpa minore che fa emergere un tannino più severo.
Naso terroso, frutta matura e balsamico. Tannino morbido, se si può dire di un barolo 2008. Molto pronto, fresco, sapido ed elegante è perfettamente godibile già oggi.
Il 2006 al contrario si mostra giovane. Naso pieno, balsamico poi di difficile interpretazione. Corposo e ciccione, quasi masticabile, dal tannino ruvido e marcato con lunghi ritorni balsamici. Da considerare anch’esso in prospettiva?
Barolo Lazzairasco 2007 – Guido Porro
Il 2007 è delicato alla vista. Elegante al naso con lieve nota etera e evidenti sentori di sottobosco. Bocca leggermente austera ma equilibrato, piacevole e armonico.
Con il Barolo Margheria 2008 di Massolino ci troviamo, così come per il Lazzairasco, sulla parte occidentale del crinale.
Naso lievemente vegetale poi bacche e sottobosco, evolve in funghi. In bocca tannino avvolgente, caldo, facile e (purtroppo) solo abbastanza fresco. Grande naso, bocca immediata ma dalla struttura un po’ sottotono.
Il 2006 è rosso granato, giovane alla vista e anche al naso, su toni di frutta nera. Polposo ma cupo e introverso, in bocca lo sento fin troppo fresco ma sapido e lunghissimo, quasi infinito, dal tannino marcato ma morbido. Grande in bocca, meno al naso.
Vigne in prossimità di Verduno |
Teniamo per ultimi i Barolo Airone 2007 Riserva e 2006 Riserva di Gigi Rosso
Grandissimo naso per il 2007, annata solare dice Gigi Rosso. Si notano distintamente confettura di frutta nera, sottobosco da tostatura, cenno chinato e cioccolato; il tutto dovuto all’affinamento in legni grandi. Avvolgente buona freschezza tannino evidente ma ingentilito e centrale.
Una Riserva carica sì ma bevibile anche oggi.
Il 2006 ha anch’esso un bel naso fruttato e cenni di cioccolato. Bocca severa dicono. Sicuramente piuttosto fresco e strutturato. Tannino vivido ma austero. Forse un pelo troppo da attendere. Sarà un grande vino anche lui? Chissà se avremo la fortuna di provarlo fra dieci anni…
Un angolo (non troppo) nascosto di Barolo… |
In definitiva un’esperienza molto formativa che vale assolutamente la pena di ripetere, valida generalmente per qualunque vino.
Conoscere terroir ed annata di un vino fa veramente la differenza e soprattutto fa capire l’enorme valore che entrambe queste caratteristiche hanno sul risultato finale.
Non esitate mai a partecipare ad un evento simile.