Le storie legate alla viticoltura eroica o intrise di significati etici sono sempre appassionanti. Diventano addirittura irresistibili se il vino
che presentano ha caratteristiche eccellenti. È il caso de L’Aîné, prodotto da Didier Gerbelle con uve Neret. La storia di questo vino parte da lontano: più di dieci anni fa Rudy Sandi, ampelografo, vignaiolo e agronomo valdostano, nota nel proprio vigneto alcune piante differenti da tutte le altre.
Si rivolge quindi a José Vouillamoz e Giulio Moriondo, noti ampelografi di fama internazionale. Il confronto del DNA è gratificante: la pianta di Rudy non corrisponde a nessuna delle specie catalogate ed è parente di altre varietà autoctone come il petit rouge, il cornalin e il fumin ed è figlio del Rouge de Pays.
Si comprende che il campione misterioso è un neret, nome con il quale in Valle si classificavano le uve rosse che non erano possibile catalogare. Del neret valdostano si conoscono tre varianti: il neret rare, il neret gros e il neret picciou. Erano uve diffuse nella media e bassa valle, in particolar modo nella zona di Chatillon e Saint Vincent. Si decise quindi di battezzare il campione di Rudy come Neret de Saint Vincent.
Ad Aymavilles Didier Gerbelle conduce dal 2006 l’azienda che fu prima dei nonni e poi del padre. Si appassiona alle vicende legate alla misteriosa varietà e con l’aiuto di Sandi, Vouillamoz e Moriondo impianta il neret.
L’Aîné, in dialetto primogenito, prende vita nel 2013, con pochissime bottiglie. Didier lo ha dedicato al figlio Cristophe. Ne ho provata una del 2015, acquistata a Solovino lo scorso aprile.
Il colore è rubino scuro, viola i riflessi e si muove nel calice con eleganza. Il naso è dark, tanto ribes, di spezia varietale, polveroso ma non maturo: evidente la sfumatura vegetale. L’impressione generale è di un vino giovane, energico, ben equilibrato anche se inizialmente l’approccio dell’alcol è un po’ brusco. In bocca ha un’ottima disposizione, il tannino è vellutato: sottolineo la corrispondenza gusto-olfattiva, veramente pregevole.
È un vino che agita il gusto, che sveglia dal torpore del gusto omologato. Come piace a me.