Proseguono alla Enoteca Vino al vino di Milano le qualificazioni per stabilire il Vino dell’anno, secondo criteri talmente cristallini e democratici da far invidia alle elezioni che si tengono in Scandinavia e di cui abbiamo già parlato in questo post. Il gusto è l’arbitro indiscutibile, così come la matita copiativa lo è nell’urna. Giovedì scorso si è disputata la seconda tornata delle bollicine, con girone di ferro composto da:
Dosaggio zero Nero 2008 Colline della Stella 
Cabochon 2008 Monte Rossa
Gran Cuvée XXI secolo Brut 2007 D’Araprì
Lessini Durello 60 mesi 2001 Marcato
Brut 2007 Il Calepino
Tra le aziende notiamo alcune solite note, come Il Calepino, già presente lo scorso anno con il Rosé s.a., la pluridecorata Monte Rossa con il suo Cabochon, unitamente ad alcuni outsider della enologia nostrana: il pinot nero in purezza di Andrea Arici, rara bottiglia dalle grandi potenzialità, il Gran Cuvée XXI secolo di D’Araprì, premiato con l’Oscar del vino 2013 da Bibenda nella categoria vini spumanti e il Lessini Durello 2001 di Marcato, storica azienda veneta in grado di produrre vini dalla sorprendente longevità. Anche in questa occasione i miei amici ed io decidiamo di metterci alla prova con la degustazione alla cieca dei cinque prodotti, tutti metodo classico.

Campione n. 1: giallo dorato, bollicina persistente, naso lieve di biscotti e agrumi, poi miele e frutta gialla; mineralità percepibile, anticipa l’ingresso in bocca voluminoso e fresco, dotato di squisita vena sapida che rende molto piacevole il sorso. Lunga persistenza confortata da coerenti ritorni fruttati.
Campione n. 2: si presenta cristallino giallo paglierino, con effervescenza fine e persistente. All’esame olfattivo manifesta intensa fragranza di pasticceria, torrone, fiori bianchi, camomilla, supportati da una vena erbacea e lieve riduzione cui segue carezza agrumata. In bocca si dispone con eleganza e grazia, esprimendo al contempo buona struttura sostenuta da equilibrata spalla acida. Il finale è lungo e invita al sorso successivo senza stancare.
Campione n. 3: colore giallo paglierino, effervescenza fine e abbastanza persistente. Al naso è lieve e di personalità, evidenzia note di fiori gialli, miele di castagno, frutta matura e intensa mineralità. Esame gusto olfattivo inedito e di pregio, equilibrato nelle componenti e complesso nelle sensazioni. Finale non lunghissimo.
Campione n. 4: giallo dorato intenso, effervescenza fine ma non esuberante. Impatto olfattivo delicato, improntato su note vegetali, miele, frutta secca e distinguibile nota ossidativa; il gusto sorprende in acidità e risulta – tuttavia – leggermente scomposto. Il finale torna ad alti livelli, con coerenza e persistenza gustativa. 
Campione n. 5: dorato luminoso e vivace, effervescenza fine e persistente. L’olfatto regala intensità fragranti di lieviti di pasticceria, pan di spagna e mandorle tostate, sbuffi di felce, ciliegie candite e polvere di caffè. Al gusto è pieno e carnoso, rotondo eppure fresco e sapido, in piena corrispondenza gusto olfattiva. Finale medio lungo. 
Degustare uno spumante con intenti valutativi è generalmente più difficile rispetto a un vino fermo: la bocca, la mia almeno, si satura prima e più lievi sono le sfumature da cogliere. Tuttavia il risultato del mio personale giudizio è stato:

Al primo posto il campione n. 2, rivelatosi essere il Cabochon 2008 di Monte Rossa, affascinante franciacortino, chardonnay e pinot nero caratterizzato da un lungo affinamento.

Il piazzamento d’onore è per il Brut 2007 de Il Calepino

rappresentato dal campione n. 1, chardonnay e pinot nero in felice matrimonio gusto olfattivo. Sempre più tra i top, anche nel rapporto qualità/prezzo.  

Vi svelo la successione degli altri concorrenti: il calice n. 3 era l’emozionante Gran Cuvée XXI secolo Brut 2007 D’Araprì che avevo già provato ma che onestamente non ricordavo così seducente. Insolito – e vincente – blend di bombino bianco, montepulciano e pinot nero.

Il campione n. 4 era il Lessini Durello Brut 60 mesi di Marcato: in degustazione si intuiva la maturità del prodotto senza che questo inficiasse minimamente sulla valutazione qualitativa dello stesso, risultato una splendida espressione di durella spumantizzata.

L’ultimo calice era quindi di Nero di Colline della Stella, un dosaggio zero elegante e molto profumato, con lo stile ormai felicemente riconoscibile di Andrea Arici. 

Restate sintonizzati: la finale sarà domenica primo dicembre ma prima di allora ogni giovedì ci saranno delle qualificazioni, ne mancano ancora quattro. Non perdetele.