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A trecento chilometri da Milano, il tempo di un caffè o di un calice di vino a bordo dei treni veloci, si può respirare l’atmosfera unica di Firenze, vero gioiello culturale ed artistico. 

Ogni anno oltre quattro milioni di turisti visitano la Galleria degli Uffizi, passeggiano sul Lungarno e in Piazza Signoria o fotografano il campanile di Giotto. Uno dei luoghi più visitati in assoluto è lo splendido Ponte Vecchio, posto tra il Ponte Santa Trinita e il Ponte alle Grazie, nel punto più stretto dell’Arno. Costruito nella sua versione odierna nel 1345, Ponte Vecchio fu il primo ponte fiorentino, ha unito le due sponde della città nel corso dei secoli e come tutti i ponti di importanza storica, continua ad unire il passato con il futuro.

La storia del ponte è strettamente legata al Corridoio Vasariano, passaggio sopraelevato costruito dall’architetto Giorgio Vasari per volere di Cosimo de’ Medici e che collega Palazzo Pitti con il Palazzo Vecchio, passando proprio dal Ponte Vecchio. Negli anni successivi al Corridoio avviene l’allontanamento dei beccai – i macellai del tempo – dalle botteghe sul Ponte a favore dei commercianti d’oro, a cui era stato dato l’onore di rappresentare e incrementare il prestigio artistico e culturale della città. Orafi e gioiellerie da allora cesellano manualmente preziosi di ogni tipo, accrescendo ulteriormente il fascino di Ponte Vecchio. In onore dell’oreficeria, che tanto lustro dà all’artigianato italiano, fu posto sul ponte il busto di Benvenuto Cellini, il più grande orafo fiorentino.

Gli aneddoti sul Ponte Vecchio sono numerosi: tra i più noti quello che vide Benito Mussolini disporre l’ingrandimento di alcune finestre della parte centrale del Corridoio Vasariano per permettere una più ampia visuale ad Adolf Hitler, in visita alla città nel 1938. Il panorama deve essere piaciuto al dittatore tedesco, che fece risparmiare il ponte dai bombardamenti sei anni più tardi.

Il ponte fiorentino è stato precursore persino della discutibile moda di fissare un lucchetto alle cancellate, a testimonianza di legami indissolubili: questa pratica fu introdotta, infatti, per la prima volta dai militari dell’Accademia di San Giorgio alla Costa, desiderosi di lasciare un segno perenne nel tempo dell’amore per la propria amata. 
Una passeggiata d’agosto sul Ponte Vecchio così intrisa di significati non può che essere impreziosita da un vino di carattere, gioviale e profumato, come il Gewurztraminer di Mezzacorona. Il suo giallo luminoso anticipa una carezza olfattiva intensa e complessa. Nel calice si avvertono le rose, la salvia, la frutta tropicale matura; il sorso è caratteristico, fiero e persistente. Lascia in bocca una gradevole sensazione vellutata e rimane a lungo, come la percezione – passeggiando per Ponte Vecchio – di aver sfiorato la Storia.