Mi trovavo lì, nell’incantevole centro storico di Vilnius, la capitale della Lituania. Tra il lavoro e il viaggio ero sveglio da 32 ore – bere un caffè a questo punto sarebbe stato come bere una tazzina di boro fuso – ma il mio caro amico Karolis aveva organizzato un incontro con Tadas Gegevičius, uno dei migliori birrai della Lituania e proprietario di tre pub in centro Vilnius. Se avessi perso questo appuntamento non mi sarei mai perdonato….
Tadas mi fa vedere le cantine in cui produce le birre prima di sederci per assaggiare le birre a fare due chiacchiere. “I lituani sono nati birrai, è nel nostro sangue” spiega Tadas in un tono rilassato, “volevo portare avanti questa tradizione insieme alla cucina e la nostra ricca storia. Sai, ci sono lituani che non conoscono neanche la loro storia, è incredibile!” mi dice, ridendo. La verità imbarazzante è che il mondo è pieno di persone che non sanno molto della loro storia, quindi bevo un altro sorso di birra, trasalisco al solo pensiero e vado avanti con un’altra domanda.
“La Lituania fu il primo stato a ottenere l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1988, ma prima, se volevi aprire un bar come questo? Scordatelo. Se volevi produrre una birra e venderla anche in piccole quantità? Impossibile. Cercavano di rimuovere le nostre tradizioni delle birre artigianali completamente, quindi ciò che vedi al giorno d’oggi è abbastanza recente. Oggi ci sono 74 microbirrifici in Lituania con oltre 600 etichette e nel 2014 abbiamo tenuto un concorso di homebrewing in cui partecipavano 300 persone. Far fermentare la birra è un processo semplice, ecco perché così tante persone lo fanno“.
“La gente in Lituania adesso tende a lasciar perdere le birre commerciali e va verso la birra artigianale, specialmente ai matrimoni, per i quali produco un notevole quantità di birra. I consumatori vogliono qualcosa di più tradizionale.” La sua light lager è molto richiesta tutto l’anno, mentre la Weiss è protagonista durante l’estate e non senza un buon motivo: è squisita. Ha un sapore corposo con tracce di coriandolo e pompelmo, che la rende ideale con un pasto o semplicemente da sola. Io però sono uno schiavo dell’IPA quindi naturalmente volevo assaggiarla. Servita alla perfezione: non troppo gassata, temperatura perfetta, evidentemente era nel fusto da poco tempo (neanche un mese). L’attacco è caratterizzato da sapori di agrumi ben definiti, seguiti da toni di caramello che lasciano un piacevole retrogusto, evitando l’acidità che alcune IPA possono lasciare sulla lingua.
“Sono tutti esperimenti, cerchiamo di creare nuovi sapori“, spiega con entusiasmo, come se non fosse già soddisfatto delle birre notevoli che produce. Ho avuto l’opportunità di assaggiare la sua Easter Beer che sarebbe entrata in commercio la settimana successiva, infatti non era alla temperatura ottimale e in ogni caso ancora nelle ultime fasi di fermentazione. Il sapore del luppolo è così forte che quasi mi sembrava di essere in Scozia a mangiare un piatto di porridge (cereali); i sapori dei cereali danno così tanta definizione alla birra che piacerebbe a chiunque. Lascia un retrogusto caldo che rimane in bocca, permettendo di identificare sottili tracce di noce.
“Se volete provare queste birre, dovete solo venire a trovarci, vi aspettiamo” dice con un sorriso. Con una città così facile da raggiungere, vi consiglio fortemente di farlo.
Some were asking what happened to him. Others said they’d seen him wandering around with a glass and a notepad for notes about pubs in Europe, and they were right. Gavin Stewart, our One Man Beer was in Lithuania on our behalf to try the craft beers of Tadas Gegevičius, a true artistic brewer. Here’s how it went:
All three establishments are situated in the same street and each has its own characteristics: one, an open, welcoming gastropub; the second, a stunning refurbished medieval cellar; and the third, a social bar where all his beer is produced. Despite the differences in layout and purpose, they all share one thing in common: Lithuanian history. He takes me for a tour of his production cellars before sitting down for a beer and a chat. “Lithuanians are born brewers – it’s in our blood” explains Tadas in a relaxed tone, “so I wanted to take this tradition forward along with local cuisine and our rich history. You know, there are even Lithuanians who don’t know about their own history – it’s incredible” he laughs. The embarrassing truth is that there are people in all countries who don’t know about their history, so I drink my beer, wince a little at the thought and move on to another question. I was curious to know how far back craft brewing goes in Lithuania as in many countries it’s relatively recent. “Lithuania was the first state to gain independence from the Soviet Union in 1988, but before then, if you wanted to open a bar like this? Forget it. If you wanted to make your own beer and sell it, even in small amounts? Not possible. They tried to oust our brewing traditions completely, so really the craft beer you see today is also quite recent. Today there are 74 microbreweries in Lithuania with over 600 labels, and in 2014 we held a homebrew competition which had 300 entries. Brewing is a simple process, that’s why so many people do it”.