E’ da un pò che non riesco a scrivere una riga sul blog. Vuoi per impegni lavorativi, vuoi per stanchezza, vuoi perché magari non ho provato vini degni di nota negli ultimi giorni.
Finalmente adesso ci siamo; tempo, vino e blog!
Giornata estenuate in ufficio e come se non bastasse il trasposto pubblico milanese è in tilt… provate ad immedesimarvi nel tentativo di raggiungere il punto “B” partendo dal punto “A”, distante pochi chilometri e vi trovate di fronte un tappeto immobile di automezzi di qualsiasi tipo dimensione e forma.
Non vi sta vendendo da piangere? A me si.
Tutto questo per recuperare la mia dolce metà, anche se so che ne varrà la pena almeno.
Sempre da lui, Ciccio!
Nemmeno il tempo di entrare in casa per salutare e siamo già in cantina a scegliere “qualcosa”.
C: “Ti faccio provare una cosa che sicuramente non conosci. Non guardare”.
Alla cieca.
Ci sarà da divertirsi!


Dopo mille precauzioni per evitare che potessi sbirciare finalmente versa il vino in un bel tulipano grande.
Vediamo un pò..
Non esattamente limpido (sembra che vi sia qualche precipitazione di acido tartarico) è rosso rubino con ampio bordo granato, permeabile (cioè si vede attraverso) e consistente.
E’ un pò freddino e cerchiamo di riscaldare il bicchiere con le mani; i profumi sono ancora un pò chiusi a causa della bassa temperatura.
Dopo circa 10 minuti ci siamo.
Al naso la frutta è preponderante. Avverto fragola, ciliegia, lampone. Subito oltre, una componente vegetale. Ciccio aggiunge timo e arancia rossa.
Ovviamente non posso che essere d’accordo (certo.. col senno di poi è facile direte voi…).
Alla fine di tutto spunta anche una leggerissima “puzzetta” tipica del biologico.
Bene.
Il momento dell’assaggio inizia bruscamente con un’acidità spiccata (che dopo qualche minuto si è però attenuata rimanendo sempre importante comunque).
Tannino dapprima centrale, poi avvolgente ma sempre fitto e da contorno; non eccessivo.
Sapidità che dona persistenza al sorso. Niente barrique, credo.
Scatta la fatidica domanda:”Che ti pare? Sappi che viene da vigne vecchie di 80 anni.”
Il colore potrebbe far pensare al Pinot Nero o al Nerello ma siamo lontani anni luce per quanto riguarda il resto…Vediamo un pò per esclusione.
Nebbiolo? No, non è così corposo.
Barbera data l’elevata acidità? Profumi diversi.
Campania? Non scherziamo.
Per farla breve ho sparato tutto il repertorio fallendo miseramente.

Grignolino Crealto 2010 Marcaleone

E’ un Grignolino del Monferrato; Crealto 2010 Marcaleone.
Mai bevuto un Grignolino negli ultimi 10 anni.
Ciccio aggiunge che data la trama farinosa, quasi terrosa, è probabile che venga da un terreno argilloso/calcareo. Sono sicuro che controllerà non appena leggerà il post.
Una chicca insomma: elegante all’olfatto e al gusto e sebbene l’acidità sia importante, svanisce presto lasciando posto alla piacevole sensazione sapida.
Ottima la bevibilità; i 3/4 della bottiglia sono andati.