Emily Dickinson conosceva il potere della fantasia. Nonostante una vita avara di viaggi e diversivi, la poetessa statunitense non si fece imbrigliare dalle tradizioni puritane della famiglia dalla quale proveniva, né restò vincolata alle quattro mura della sua casa di Amherst, in Massachusetts. Uno spirito libero e tormentato, manifestato dalla scelta di vivere in solitudine gran parte della propria esistenza.
In una sua poesia del 1864, l’artista associa il vino all’impossibilità, ritenuta ingrediente fondamentale per le motivazioni umane, poco attratte dalla banalità di una previsione. Tra le pieghe di un’impresa difficile, vi è celato un magnetismo ineludibile, una forza misteriosa che seduce persino i più pavidi tra gli uomini.