![Vini di vignaioli](https://i0.wp.com/paroledivino.com/wp-content/uploads/2017/11/vdv-2017.jpg?resize=410%2C273)
E così i numerosi vignaioli presenti – ma lo stesso discorso vale anche per i tanti artigiani del cibo invitati alla rassegna – interpretano il loro ruolo: elaborare dei vini vivi e naturali, ossia privi di additivi aggiunti. E per fare questo l’impegno è tanto, la fatica molta di più, sia in vigna che in cantina, i rischi immensi, ma per fortuna le soddisfazioni non mancano.
L’orgoglio anzitutto di preservare vitigni autoctoni che rischiano di scomparire, di lasciare il lembo di terra su cui si è passati non peggiore di quello ereditato dai nostri padri e di raccontare le tradizioni ai figli che verranno.
Ma il gusto? Son buoni questi vini? Egoisticamente ci poniamo questa domanda pensando al nostro piacere e cerchiamo avidamente una risposta.
Il confronto con il passato, con i primi interpreti del vino naturale, con le bottiglie delle prime vendemmie e con quegli assaggi che ci facevano storcere il naso è d’obbligo. E si avverte subito – in molti anche se non in tutti – un grande miglioramento che non è svilimento di un progetto iniziale, ma un aver imparato a fare meglio. Senza aggiungere chimica o tradire le regole in cui si crede, ma semplicemente sapendo fare meglio. Forse non sempre le macerazioni debbono essere infinite, a volte la scelta di vendemmiare prima garantisce una migliore acidità, forse anche le piante si sono adattate a quel terreno, le radici affondano nel profondo, oppure la sosta in bottiglia ha trovato il giusto tempo. Passi avanti, dunque.
Ma anche il nostro palato si è abituato: è paradossale scriverlo, perché questi sono i vini della tradizione, quelli classici eppure passano come vini alternativi e quelli che si producono con tecniche nuove sono convenzionali! Certo ancora in molti non li capiranno, alcuni abbiamo faticato anche noi e qualche faccia l’abbiamo storta, ma certo è che questi vini vivi e naturali possono piacere.
Ma veniamo agli assaggi – ai fatti, insomma – che non si possono non fare.
Di Nino Barraco mi limito a rimandare a quanto appena scritto su paroledivino.com: i vini sono gli stessi, il godimento pure, manca solo il mare!
![La Stoppa](https://i0.wp.com/paroledivino.com/wp-content/uploads/2017/11/La-Stoppa.jpg?resize=300%2C169)
Eleganti sono anche i vini di Stefano Amerighi, prodotti nei pochi ettari di terreno a Poggiobello di Farneta, tra Cortona e Montepulciano, quasi completamente occupati da Syrah e da poco Sangiovese, coltivati secondo i dettami dell’agricoltura biodinamica. Vini che seguono l’andamento delle stagioni, senza controllo delle temperature, senza aggiunte di solforosa o di lieviti, pigiati all’antica con i piedi, affinati in legno, cemento o anche ceramica per mantenere meglio le caratteristiche del vitigno e del territorio.
Vini giustamente di corpo i Syrah (Syrah 2014 e Altogrado Syrah 2013) con naso orientato alla frutta matura, alle prugne susine, ma anche ai piccoli frutti rossi, con sbuffi di spezie pungenti e note floreali di viola. I tannini ci sono, fitti ed integrati al frutto, e testimoniano un futuro ancora lungo.
![Terre a mano](https://i0.wp.com/paroledivino.com/wp-content/uploads/2017/11/Terre-a-mano.jpg?resize=169%2C300)
Il primo è un passito da uve sangiovese prodotto in pochissime bottiglie ed appassionatamente raccontato dalla stessa produttrice Rossella Bencini Tesi. È un’esplosione di profumi, di ciliegie mature, di rabarbaro, di sottobosco, di note selvatiche ma eleganti. In bocca è avvolgente e incapace di annoiare grazie alla notevole freschezza. Finale lunghissimo.
Il Daino Bianco (il nome è un omaggio ai daini che popolavano il terreno su cui sorge oggi il vigneto ben
protetto dagli antichi muretti in pietra) è un merlot fatto proprio bene. Naso intenso in cui si rincorrono frutti di bosco, ribes, cassis, marmellata di uvaspina, note di resina, di pietra focaia e di animale selvatico, delicati ed eleganti. In bocca tannini setosi riempiono la bocca senza compromettere l’equilibrio e la godibilità. Da abbinare ad un bel piatto di carne alla brace.
![Badalisc](https://i0.wp.com/paroledivino.com/wp-content/uploads/2017/11/Badalisc.jpg?resize=300%2C169)
Di storie e di vino potremmo dire ancora molto perché ogni produttore ci intrattiene con passione, voglia di trasmettere le sue esperienze e con il desiderio di condividere i suoi vini, ma pare giusto rispondere alla domanda iniziale – ma il gusto? Son buoni questi vini? – e concludere con le parole degli stessi vignaioli: “non pretendiamo di ottenere il gusto migliore, ma semplicemente il nostro, per vini vivi e digeribili la cui produzione non è soggetta alla moda del momento ma solo alla natura“.