Se vi dico Pinot nero cosa vi viene  in mente? Senza pensarci è probabile che diciate “Borgogna”. Se amate Mazzon potreste dire “Alto Adige”.

Gli amanti delle bollicine potrebbero rispondere “Montagne de Reims” pensando allo champagne o “Oltrepò” restando nei nostri confini.

Pochi risponderebbero “Piemonte”. Pochissimi risponderebbero “Bubbio, provincia di Asti”: eppure costoro genererebbero il mio incondizionato stupore, perché in questa terra un po’ Langa e un po’ Monferrato, qualcuno produce del Pinot nero. E lo fa anche bene.

Questo qualcuno è Antonio Colombo che con i figli Andrea e Paola ha dato vita nel 2004 a Cascina Pastori. Dopo sei anni sulla strada dell’azienda incrocia un enologo, ma non un enologo qualsiasi. L’enologo. Riccardo Cotarella.

Così la sfida è accettata: fare un Pinot nero in Piemonte e farlo di qualità. Nella terra del nebbiolo e della barbera – tacendo sugli altri importanti vitigni – non è facile accettare una sfida del genere. Oggi nel mio calice c’è Apertura 2011, che ci dirà se la sfida è stata vinta oppure no.

Il colore non è quello che si aspetta da un Pinot nero. Poco concentrato, certo, ma senza quelle trasparenze che caratterizzano altri vini fatti con lo stesso vitigno.

Capisco subito che analogie con Borgogna o Alto Adige non ce ne saranno. A partire dai profumi, che qui insistono su frutta rossa fresca e su spezie orientali.

Passando dalla struttura, certo importante ma non per questo grossolana, anzi. Apertura 2011 si muove bene al palato, disegnando armonici tracciati, ravvivando con freschezza ciò che un delicato tannino porta via. C’è una sorta di piacevole ruffianeria, inutile negarlo: la qualità del vino non passa dalla ricerca della piacevolezza a tutti i costi. 

Questo sorso vuol piacere e badate bene, ci riesce. È qualcosa di diverso, ha qualcosa di diverso. Le caratteristiche del Pinot nero si ritrovano nel fascino dei primi attimi di assaggio e nell’allungo graduale ed elegante.

Il finale lo contraddistingue ulteriormente, discostandolo da altri Pinot, definitivamente. Chi cerca una cosa diversa qui la troverà. Chi cerca appagamento, qui lo troverà, specialmente se avrà la pazienza di aspettarlo.

Perché Apertura è un vino che sa aspettare. Aspettatelo e vi ripagherà l’attesa, con la sua diversità.