Era un evento che noi ad
Appunti di degustazione aspettavamo con ansia, un po’ come gli studenti aspettano l’ultimo giorno di scuola.
Bottiglie Aperte, anzi, è stato l’evento cittadino dedicato al settore Ho.Re.Ca. che ha riaperto la stagione dei grandi banchi di degustazione, con tante novità. Intanto la partecipazione più che attiva di
Luca Gardini, protagonista di otto
master class a numero chiuso di alto livello. Poi la nuova
location, i suggestivi chiostri del Museo della Scienza e della tecnica. E –
dulcis in fundo – l’istituzione di due premi: il Wine List Award e il Wine Style Award.
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La premiazione de La Ciau del Tornavento |
Il Wine List Award ha premiato i ristoranti con le migliori carte dei vini. I cinque vincitori per categoria:
Ristoranti Stellati: La Ciau del Tornavento – Treiso Cuneo
Grandi ristoranti di albergo: La Pergola – Roma
Trattorie tradizionali: Locanda Mariella – Calestano Parma
Ristoranti a tema: Langosteria – Milano
Etnici: Wicky’s – Milano
Enotavole: Enoteca dei 100 barolo – Cologno Monzese (MI).
Con il Wine Style Award si è voluto premiare quelle – tra le aziende presenti a Bottiglie Aperte – che si sono distinte per immagine. I premi sono andati a:
Miglior comunicazione social:
Planeta
Dal punto di vista banco di degustazione la quarta edizione dell’evento contava cento espositori per circa trecento etichette, per una tre giorni di full immersion enoica.
Non abbiamo degustato moltissimo ma abbiamo cercato cose nuove oppure cose che non provavamo da tempo. Prendete nota, se volete, dei nostri… appunti di degustazione!
Cleto Chiarli
Un nome un territorio. Un nome legato soprattutto al lambrusco, nelle sue diverse declinazioni. Lambrusco ma non solo: il Modén Blanc è un Grechetto gentile in purezza, sinonimo del pignoletto, di grande acidità e durezza. Buona bevibilità, per chi cerca qualcosa di diverso. Il Brut Rosé è un blend molto particolare di Lambrusco Grasparossa più un 8% di Pinot nero. Appena più strutturato, armonico e leggermente ruffiano. Infine il Pruno nero dry, Lambrusco Grasparossa in purezza. Morbido e di grande personalità, indicato per aperitivi rinforzati o pasti leggeri.
Cantina della Volta
Il nome della Cantina della Volta è legato a doppio filo a quello di
Christian Bellei, rappresentante di una storica famiglia di viticoltori in quel di Bomporto di Modena. Gli spumanti sono prodotti con metodo classico, strizzano l’occhio al mito dello champagne ma non perdono di vista la tradizione territoriale. Il
Mattaglio Brut è un blend di pinot nero e chardonnay. Profumo lieve di glicine e pesca, accompagnati da sentori agrumati. Trenta mesi sui lieviti gli conferiscono una complessità piacevole. Il
Mattaglio dosaggio zero. Appena più profumato, con sentore iodato e di pompelmo.
Bocca agile e nervosa. Il Rimosso è un vino frizzate sur lie, come direbbero i francesi, Lambrusco di Sorbara in purezza. Perlage esuberante, aromi riconoscibili di ribes e fragoline di bosco, sorso fresco e diretto. Energico e netto, può contare su una struttura perfettamente calibrata alle durezze che lo caratterizzano. Rosé 2011 è un outsider, anch’esso Lambrusco di Sorbara. La spuma e soffice e ricca, ed il naso è piacevolmente incentrato su note di more e marasca. Ha corpo e sapidità ben amalgamata.
Una cantina sociale. Anzi la cantina sociale, il modello di riferimento per le produzioni cooperative. Nata per ovviare alla frammentazione delle terre, oggi rappresenta un esempio da seguire e non soltanto per i risultati di bilancio ma anche – e soprattutto – per quelli nel calice.
Sauvignon 2014 Premstaler. Naso molto pulito ed erbaceo, erbe aromatiche, timo e salvia. Sapido e diretto.
Kerner Carned 2014. Naso floreale e delicato. Secco, lievemente sapido e minerale. Lieve sbuffo alcolico fuori fase.
Lagrein Spigel 2013.Molto buono, assolutamente armonico, morbido col tannino centrato. Ha stoffa da vendere.
La Cantina Velenosi nasce nel 1984 nel Piceno e da allora ha fatto passi da gigante. Oggi produce due milioni e mezzo di bottiglie, esportandole in decine di Paesi in tutto il mondo. A mio nostro parere in alcuni prodotti fa capolino la ricerca del cosiddetto inflazionato, deriso e vituperato “gusto internazionale” ma questo non vuol dire in alcun modo che siano vini cattivi, anzi. Il Ludi 2011 è un blend di montepulciano, merlot e cabernet sauvignon. Naso grasso e speziato, profilo legnoso. Morbido e ruffiano. Il Roggio del Filare 2010 invece insieme al montepulciano conta un 30% di sangiovese, a formare una coppia che tanti bei risultati dà in questa zona. Naso di frutta rossa, lieve e deciso allo stesso tempo, note di china e liquirizia. Bocca severa, quasi aristocratica.
Con curiosità abbiamo concluso gli assaggi con il Buttafuoco del progetto I Vignaioli del Buttafuoco Storico, il vino commercializzato quest’anno per la prima volta e proveniente dalle uve delle vigne storiche del Buttafuoco, assemblate quest’anno dall’enologo Mario Maffi. L’idea di un vino consortile nacque già nel 2013, con l’intento di produrre una bottiglia in grado di rappresentare totalmente il territorio e allo stesso tempo avere una maggiore forza di penetrazione sul mercato. L’annata in commercio è la 2011 e devo dire che ci ha sorpreso: esteticamente la bottiglia è accattivante, con l’annata in caratteri dorati allineati in verticale. Non un vino muscolare, non così esplosivo come ci si potrebbe attendere, ma un vino più riflessivo, con una personalità tutta da scoprire, sorso dopo sorso.
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