Sapete quando si viene colpiti da qualcosa, un aspetto, un tratto particolare che non ti aspetti?
E’ ciò che è accaduto nell’avvicinare al naso il sauvignon 2012 Petrussa.
L’occasione è stata andar a trovare l’amico Vincenzo all’enoteca Wine Road.
Fra le proposte mi è stato consigliato un bel sauvignon nostrano che nasce nei fertili terreni del Friuli ricchi di argilla e limo.
Vediamo com’è andata.
Il colore è il tipico giallo paglierino acceso e la temperatura è perfetta.
La pulizia dei profumi, la nettezza e l’armonia fra essi sono le carte vincenti del Petrussa.
Tris d’assi!
Ma credetemi non c’è niente di banale in un’estrema pulizia o in una sensazione di freschezza generale cosí confortante.
Erbaceo certamente, ma quanto basta. Foglia di pomodoro e soprattutto una decisa sferzata minerale che come una brezza marina schiumosa irrompe nel sorso.
Sul finale poi, intense note di gelsomino e zenzero si fondono con ritorni di cenere.
Equilibrato se servito alla giusta temperatura nonostante i 13 gradi alcolici, meno, quando si scalda un po’. Il corpo è buono ma slanciato e agile; e come un fondista ben sostenuto da muscoli vibranti sfila veloce davanti alla folla, così questo sauvignon scorre facile, pieno e appagante.
E’ qui che non posso fare a meno di sorridere, è più forte di me… Mi dà questa sensazione di serenità che quasi mi fa fluttuare…E mostrare un’espressione compiaciutamente inebetita in un locale pubblico non è che sia il massimo.
E comunque non è l’alcol a parlare…non ancora almeno.
In conclusione?
Un super Sauvignon italiano, economicissimo, quasi popolare, che entra a gamba tesa fra i grandi vini di Appunti di Degustazione.
Perché è facile spendere cento euro per un barolo riserva ed essere contenti…
Ah, quasi dimenticavo. Se non lo provate su un crostino di pane caldo con acciughe e olio EVO non lo apprezzerete MAI fino in fondo!
Grazie Vincenzo!