L’occasione era ghiotta.
Lunedì 19 maggio appuntamento presso l’Open di Viale Montenero a Milano: uno spazio “aperto” ben studiato ed arredato che esprime condivisione, sperimentazione, ricerca. Un posto dove trovare la propria dimensione anche solo per passare un po’ di tempo lontano dallo stress milanese.

Lo spunto nasce dalla presentazione di due libri su Marche e Abruzzo che raccontano territorio, gusti e saperi delle regioni. E’ interessante notare che ancora una volta si torna a parlare, anche su Appunti di Degustazione, di queste due regioni che stanno salendo alla gloria degli onori.
Abbiamo molteplici esempi di eccellenze, basta cercare questo e altri blog.

Paolo Merlini e Maurizio Silvestri, gli autori del libro “Dove comincia l’Abruzzo” raccontano il loro trasporto e la loro passione per la regione che hanno girato con i mezzi pubblici in otto giorni.
Storie di vecchie statali e ferrovie che prima dell’autostrada hanno rappresentato l’unica via di comunicazione.
Storie di paesaggi mozzafiato e vita quotidiana.
Storie di personaggi eclettici fuori dal tempo.
Una “bellezza sconvolgente” sintetizza Paolo, che parla con la stessa passione che ha un ragazzino per la partita di calcio o il primo appuntamento.

Siamo qui per assaggiare sei Cerasuolo d’Abruzzo; sei territori differenti per altrettante “mani” e interpretazioni; tutti vini artigianali, una viticoltura antica, estremamente rispettosa che non immagina  nemmeno l’uso di diserbanti, concimi o trattamenti con prodotti sistemici. Parliamo anche tecniche di cantina “integrali” come torchiatura e salasso, di fermentazioni spontanee senza chiarifiche o stabilizzazione.

Eccoli dunque.

Cerasuolo d’Abruzzo l’Usignolo di Cristiana Galasso, Feudo D’Ugni
Cerasuolo d’Abruzzo Tauma di Giuliano Pettinella
Cerasuolo d’Abruzzo di Francesco Cirelli, Agricola Cirelli
Cerasuolo d’Abruzzo Le Cince di Azienda Agricola De Fermo
Cerasuolo d’Abruzzo di Ottaviano Pasquale, Praesidium
Cerasuolo d’Abruzzo di Lorenza Ludovico, Vini Suffonte
Annata 2013, imbottigliati da pochissimi giorni o addirittura ore.
Il mercato ci dice che il Cerasuolo d’Abruzzo è considerato un vino di serie B ma questa tavola viene presentato come vino unico per provenienza e tipicità: il vino, radicato nella cultura abruzzese, che forse più rappresenta il vignaiolo.

“Terroir-isti” è l’accezione che questi vignaioli si danno, a protezione di un’identità vivida, ancor più da tramandare.
Cerasuolo d’Abruzzo l’Usignolo di Cristiana Galasso, Feudo D’Ugni
Iniziamo il nostro viaggio con Lusignolo, di Feudo D’Ugni. Cristiana Galasso, “donna estrema nella vita privata, come nei vini”, oggi non è presente. “Fa tutto da sola” dicono; “in pratica vive in vigna”.
Siamo nel pescarese nella zona pedemontana aspra vicino la valle Peligna.
Ciliegia, Mon Chéri e tenue nota verde al naso. Bocca morbida di bella sapidità avvolgente, dal buon equilibrio alcolico. Un tannino accennato che conferisce brio.
Cerasuolo d’Abruzzo Tauma di Giuliano Pettinella
Giuliano Pettinella utilizza barrique molto vecchie e ultra pulite per il suo Tauma.
Rosa chiaretto molto luminoso. Frutta rossa nota lievemente burrosa, che mi ricorda le rose fresche, poi forti note agrumate di mandarino e arancia. Croccante al palato, mostra spunto acido interessante, piacevole.
Alla cieca l’avrei scambiato per un bianco.

Cerasuolo d’Abruzzo di Francesco Cirelli, Agricola Cirelli
Francesco Cirelli dopo la laurea conseguita nel 2003 a Milano, fonda una azienda agricola tout court.
Presenta il suo Cerasuolo nato da una vigna giovane di 11 anni. Interessante, dal 2011 sperimenta la vinificazione in anfora di terracotta per avere “ossidazione senza apporto del legno” e, soprattutto, per dare una propria interpretazione. 
Il suo vino si esprime al naso con sentori di ciliegia, fragola, frutta rossa fresca; una macedonia rossa fresca di frigorifero. Poi ancora marasca sotto spirito e tenue nota terrosa. Un bel naso complesso.
Bella freschezza e integrità gusto-olfattiva in bocca. Semplice, con nota alcolica forse un pelo sovradimensionata ancora non perfettamente integrata, comunque di grande bevibilità.
Cerasuolo d’Abruzzo Le Cince di Azienda Agricola De Fermo
Terreno fortemente calcareo e povero, quello di Loreto Aprutino che insieme a torchiatura a mano leggera e lenta con i raspi e fermentazione in botti grandi conferisce al Le Cince caratteristiche particolari.
Il naso, meno fruttato, adesso vira sentori di pietra focaia, quasi smalto e vernice, erbe balsamiche di resina. Bocca calda e di media persistenza. È molto intrigante per quanto mi riguarda.
Cerasuolo d’Abruzzo di Ottaviano Pasquale, Praesidium
Siamo sulla Maiella, versante di Sulmona. 5 ettari di vigna a 400 metri di altitudine. “Siamo fortunati” dice Ottaviano, “non abbiamo malattie ma al contrario forti escursioni termiche dal giorno alla notte”
Il Cerasuolo Praesidium è quello che forse mi ha colpito di più per personalità. 
Naso da tratti ematico ferrosi che si confondono con la ciliegia, poi terra e frutta secca sul finale. Bocca ampia molto sapida, di grande equilibrio e lunga. Gradevolissimo al palato mostra un tannino centrale e morbido.
Lorenza Ludovico

Cerasuolo d’Abruzzo di Lorenza Ludovico, Vini Suffonte

Lorenza Ludovico presenta infine il suo Cerasuolo. Un ettaro di vigna nel territorio ventoso di Vittorito, nell’entroterra aquilano. No chiarifica no filtraggio e, soprattutto, non ancora imbottigliato.
Naso vinoso giovane che gioca su fragola e rosa. Molto femminile e suadente questo 2013. Lo trovo pulito a parte un pizzicore da alcol non ancora perfetto ma d’altronde “Il 2013 sta facendo ancora la malolattica” …
Proviamo anche il 2012 che è un altra storia con un naso vigoroso che richiama sentori sulfurei su toni di smalto e vernice.
Francesco Cirelli
Paolo Merlini a destra

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