La cena in programma a casa mia prevedeva un tris di antipasti di verdure: polpette di melanzane, polpette di scarola e olive nere, mix cavolfiori e broccoli sfumati in vino rosso. A seguire un cannolo di baccalà su galletta di cannellini. Non potevo fallire l’abbinamento. 
La scelta tra le mie bottiglie in cantina non è stata facile: un famoso fiano scalpitava per farsi scegliere, tallonato da un prestigioso chardonnay francese; poco più in là un ambizioso tocai friulano mi strizzava l’occhiolino compiaciuto e l’avrei scelto se non avessi visto, quasi nascosto, il Terre della Baronia 2012 dell’azienda agricola G. Milazzo, monovitigno da catarratto lucido. È stato un coup de coeur: preso e messo in frigo, sarà lui a misurarsi con l’impegnativa cena. 
Raffreddato a circa undici gradi centigradi, ha onorato la tavola: naso nitido di pompelmo, frutta esotica, erbe aromatiche, gelsomino, frutta candita. Al gusto freschezza integrata con la sapidità, perfetta corrispondeza gusto olfattiva finale piacevole fruttato e minerale. Ha brillantemente superato l’esame baccalà, molto delicato, e persino il duello con le verdure sfumate: molti candidati avrebbero capitolato, ma il Terre della Baronia no. Giù il cappello davanti a questo piccolo, grande vino.