Dieci barolo prestigiosi. Una location suggestiva. Un giornalista enogastronomico di livello assoluto. Sono gli ingredienti di una degustazione di successo organizzata da Go Wine a Castiglione Falletto, nell’ambito di I grandi terroir del barolo, una “tre giorni” di eventi a tema in collaborazione con la Bottega del Vino di Serralunga d’Alba e la Cantina Comunale di Castiglione Falletto.
Un evento speciale, in cui ai banchi di assaggio dei Barolo 2010 presso la Cantina Comunale di Castiglione Falletto ed il Castello di Serralunga d’Alba si sono affiancati sette momenti di approfondimento, per conoscere meglio alcune annate passate del “Vino dei re, il re dei Vini”.
Appunti di degustazione ha partecipato a due di questi momenti; il primo si è svolto sabato 26 aprile presso la piccola chiesa di Sant’Anna a Castiglione Falletto, introdotta dal presidente di Go Wine Massimo Corrado e condotta da Gianni Fabrizio. La chiesa che ci ospita in realtà oggi non è più luogo di culto, è intima, fresca e mantiene ancora un certo fascino.
Sui tavoli predisposti troviamo già l’elenco dei vini in degustazione:
Barolo Pernanno 2008 Cascina Bongiovanni
Barolo Rocche di Castiglione 2008 Fratelli Monchiero
Barolo Villero 2008 Livia Fontana
Barolo Villero 2008 Poderi Oddero
Barolo Villero 2007 Boroli
Barolo Pernanno 2007 Cascina Bongiovanni
Barolo Rocche di Castiglione 2006 Fratelli Monchiero
Barolo Villero 2006 Livia Fontana
Barolo Villero Poderi Oddero 2007
Barolo Villero 2006 Boroli
Gianni Fabrizio illustra brevemente la storia del barolo e del suo disciplinare, si sofferma sul fatto che il disciplinare stesso non specifica che legno usare e che con la Riserva non aumenta il tempo in legno minimo ma solo l’affinamento in bottiglia. Il riferimento è chiaramente indirizzato all’annosa questione “tradizionalisti vs Barolo Boys“, diatriba che negli ultimi periodi sembra sopirsi. In seguito si spiega come la storia, anche nelle Langhe, condizioni la produzione: la parcellizzazione delle terre del Barolo induce i viticoltori a produrre più versioni di barolo, in quanto amano imbottigliare ogni singolo appezzamento e desiderano far conoscere – a ragione – le singole caratteristiche del proprio territorio.
E nel 2009 si è conclusa anche la mappatura delle menzioni geografiche aggiuntive, rivedibile locuzione burocratica che non indica altro che i cru; le menzioni aggiuntive regolano l’antica suddivisione geografica, riprendendo i toponimi tradizionali delle zone di coltivazione. Il produttore può anche mettere in etichetta, oltre alla menzione geografica aggiuntiva, il nome della vigna, purché sia accatastato.
E nel 2009 si è conclusa anche la mappatura delle menzioni geografiche aggiuntive, rivedibile locuzione burocratica che non indica altro che i cru; le menzioni aggiuntive regolano l’antica suddivisione geografica, riprendendo i toponimi tradizionali delle zone di coltivazione. Il produttore può anche mettere in etichetta, oltre alla menzione geografica aggiuntiva, il nome della vigna, purché sia accatastato.
I vini che proveremo oggi sono tutti barolo provenienti da Castiglione Falletto, il cui sottosuolo è quello – tra i Comuni facenti parte della zona di produzione del barolo – quello più eterogeneo. La maggior parte dei vigneti hanno esposizione est o ovest; ad oriente avremo generalmente vini un po’ più eleganti, occidente un po’ più potenti. Accenno alle annate: la 2008 è stata una annata “tardiva”, qualcuno ha colto l’uva anche a novembre, in controtendenza con gli ultimi anni, nei quali per il clima che cambia si tende a vendemmiare sempre prima. Il 2008 è l’anno che assomiglia più al pinot nero, con profumi più spiccati e fini: il motivo può ricercarsi anche nella maturazione tardiva, con la raccolta avvenuta in un periodo in cui vi era già una sensibile escursione termica tra il giorno e la notte. La 2007, invece, è stata una annata “precoce”: saranno vini potenti e di struttura ma che non raggiungeranno, tuttavia, la concentrazione dei vini annata 2006.
La degustazione inizia con il Pernanno 2008 di Cascina Bongiovanni. Pernanno è un cru meno storico tra quelli di Castiglione, esposto a sud-sudovest e con terreno argilloso e roccioso con venature calcaree: il vino si presenta granato intenso, naso di lampone e timbro vegetale. In bocca manifesta energia e freschezza, adatto ad essere bevuto giovane e con piatti meno impegnativi, apporto del legno equilibrato; barolo già pronto.
A seguire proviamo il Rocche di Castiglione Falletto 2008 dei Fratelli Monchiero, alla presenza di Vittorio Monchiero, il quale presenta il prodotto sottolineando come esprima la finezza del terroir con profumi che giocano sulle sfumature, senza perdere l’immediatezza. Impatto olfattivo più “scuro”, con sentori di inchiostro, liquirizia, cui segue sottile nota salmastra; in bocca è sapido e fluido, elegante, tannino non astringente. Molto ben equilibrato.
Il terzo vino è il Barolo Villero 2008 di Livia Fontana: il Villero è il cru più potente di Castiglione, olfatto cupo, meno intenso e complesso, speziato, spiritato ma ancora inespresso; al gusto esprime la necessità di tempo, insistendo su toni speziati e tannino in via di risoluzione. Da tenere in cantina.
Il Barolo successivo è il Villero 2008 dei Poderi Oddero, presentato da Luca Veglio: naso nitido di frutta matura, pulito, lieve speziatura di legno cui seguono toni affumicati e di prugna; in bocca è energico e fiero, tannino masticabile, ottima corrispondenza gusto olfattiva, con rigore percettivo tipico dei barolo ben fatti. Un classico.
Restando nel medesimo cru, è il turno del Barolo Villero 2007 di Boroli. Naso vegetale e un po’ timido, bocca strutturata, accenno alcolico, tannino spigoloso in via di centratura. Interlocutorio.
Si ritorna al Pernanno con il Barolo 2007 di Cascina Bongiovanni: sentori puliti di frutta e tabacco, pot pourri, alcol in evidenza e tannino ruvido, che accompagna un allungo notevole. Potente.
Il Rocche di Castiglione Falletto 2006 dei Fratelli Monchiero manifesta l’annata di enorme struttura, naso intenso e inizialmente non molto ampio, contraddistinto soprattutto da liquirizia e viole; tannino marcato ben sostenuto da adeguata acidità, gusto immediato. Fedele all’annata.
Il Villero 2006 di Livia Fontana ha subito un bell’impatto olfattivo, nitido, frutta tabacco, caramello scatola di sigari, quasi terroso; il gusto è armonico, piacevole, aristocratico.
A seguire proviamo il Barolo Villero 2007 dei Poderi Oddero: naso subito alcolico e fruttato, confortevole, riconoscibile, sentori lievi di tabacco, bocca masticabile ed armonica. Darà il meglio tra qualche anno.
Si finisce in bellezza con il Barolo Villero 2006 Boroli: naso “scuro” di china, ematico, spezia di legno piccolo, molto potente e di grande partecipazione tattile, lungo, nello stile del cru.