Fausto Andi l’integralista. Fausto Andi l’innovatore.
E’ così che, fra passato e futuro, è riuscito a coniugare le migliori sfaccettature di una cultura enologica Oltrepadana figlia di un passato discutibile e improprio. Una cultura volta alla tradizione, all’autoctono,  al miglioramento naturale dove la tecnologia fa da sfondo garantendo il giusto apporto, senza stravolgere.
La nostra visita in cantina è stata molto, molto istruttiva e sebbene abbiamo acquistato a scatola chiusa ci siamo fatti convincere dalle parole assennate e convincenti di Fausto. (Vale la pena dare un’occhiata al post quì).
Ne è valsa la pena? 
Scopriamolo.


Oggi ho deciso di aprire la Bonarda.
Conoscete la Bonarda no? Quel vinello economico, da supermercato di seconda fascia che si da via per 2 euri, frizzantino, vinosissimo, pseudo chimico e altri epiteti poco rassicuranti.
Ora, lungi da me essere esperto di Bonarda ma non posso non dire che Fausto sia riuscito nell’ardua impresa di dar valore e credito a questo vino.
E’ stato più o meno come incontrare un marziano. Siamo lontani anni luce dalla mediocrità.
Un disegno. Serve altro?

E’ tutto diverso in questo vino a cominciare dall’etichetta che non c’è!
Perfetta sintesi della filosofia di Fausto. Del resto non è quello il prodotto… poco ortodosso ma efficace non c’è che dire.

Secondo punto questa Bonarda è ferma (pioggia di applausi!).
Rosso rubino profondo, non filtrato, scende mediamente consistente nel ballon lasciando dietro di sé lacrime ed archetti coloranti (del resto parliamo di Croatina…).
Atipico, al naso sa di fiori pestati, frutta macerata, ciliegie; più in là un’avvertibile speziatura al tabacco, arancia e toni mentolati.
Sembra che l’estate stia arrivando (finalmente) e siccome leggo 15,5° sul retro etichetta penso bene a servirlo intorno ai 16-17°. Non è propriamente estivo come vino.
In bocca acidità e tannicità sono ben equilibrati e si contendono il sorso avvolti da piacevoli sentori di fragola e ciliegia. Solo verso la fine si attarda ancora un po’ tannino che asciuga senza graffiare. L’alcol sempre integrato ma sopra le righe poco dopo l’apertura, risulta più equilibrato 24 ore dopo. Sempre piuttosto caldo ha comunque una bevibilità discreta.
Ebbene siamo di fronte ad una scoperta; un prodotto di qualità, buono, sano ed economico (se non ricordo male meno di 10 euro in cantina) che contribuisce nel migliore dei modi all’inarrestabile processo di riabilitazione dei brand “Oltrepò” e, perché no, “Bonarda”.
Un plauso a Fausto per aver fortemente creduto, e voluto, portare avanti il suo progetto di qualità.