Si è da poco conclusa la sesta edizione di questo evento che sta sempre più diventando un must per gli appassionati del settore. E i numeri lo confermano: 130 produttori, 600 vini e più di 3000 presenze in due giorni fra professionisti, cultori e semplici appassionati.
Il Terre di Toscana è un evento quasi elegante, quasi di classe, nella splendida cornice dell’Una Hotel Versilia a Lido di Camaiore.
Ancora presto la Domenica mattina
Tutto collaudato, ben oleato. Spazi e desk di degustazione giustamente proporzionati, due ali separate per non creare calca, una sala dedicata alla gastronomia toscana e uno sfogo sul prato all’aperto che, in giornate eccezionali come quella di Domenica 3 Marzo, fanno sentire in piena primavera.
Siamo in quattro e arriviamo presto la mattina, apriamo noi in pratica.
Ve lo dico… 39 assaggi in totale sembrano molti ma abbiamo smesso presto. Dovevamo tornare in serata.
Ho sfoltito parecchio .

Bene! E’ mattina e sono le 10.30, il momento giusto per iniziare con una ricognizione fra i banchi. Abbiamo un piano di azione, un’attenta selezione che diventa imprescindibile per non incorrere nell’errore comune del “provo tutto, tanto…”.
Come ogni buona degustazione che si rispetti, anche se siamo in Toscana, LA patria dei rossi (insieme al Piemonte), iniziamo con un paio di bollicine, quelle di Baracchi.
Presentano due metodi classici: un Trebbiano, 12 mesi sui lieviti, molto fresco sulle note sottili di frutta secca e un Sangiovese (!) rosè da 18 mesi sui lieviti colore buccia di cipolla. Entrambi ci sono sembrati ancora poco più che esperimenti con ampi margini di miglioramento per le annate future.
Montepepe ha in degustazione il Bianco da 70% Vermentino e 30% Viogner. Proviamo in anteprima il 2011 ancora molto fresco sulle note di frutta fresca soprattutto mela, ancora un pò slegato.
Di colore giallo verdolino, il 2010 si presenta più bilanciato, fresco, minerale.
Un vino, un’azienda.
Tenuta San Guido e Sassicaia
Il Degeres da uve Viogner in purezza fa solo legno da 5hl invece e all’olfatto è risultato il migliore dei tre sebbene al gusto mi abbia trasmesso un pò “troppo legno”
Da Michele Satta proviamo il Giovin Re, sempre da Viogner 100%. 6 mesi in barrique e 6 in bottiglia. Ottimo, il miglior bianco dell’evento. Ne comprerò un paio.
E’ il momento dei rossi e non vogliamo certo rischiare di arrivare stanchi alla fine. Iniziamo subito con i grandi nomi.
Tenuta San Guido.
Il Guidalberto 2010, blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese si presenta con un forte sentore animale e una tostatura morbida al palato. Buono ma il momento che aspettavo è arrivato  con il Sassicaia 2009: naso elegantissimo incentrato sui terziari, foxy e speziatura. Al gusto è altrettanto elegante sebbene a tratti lo vediamo un pò omologato e senza esaltazioni particolari. Tannino ancora un pizzico vispo ma grande prospettiva futura.
Pergole Torte e Montevertine in tutto il loro splendore
Montevertine.
Il Montevertine 2010 da uve Sangioveto, Canaiolo e Colorino, viene affinato per circa 24 mesi in botti di rovere di Slavonia. Elegante sulle note di amarena e frutta sotto spirito ha un tannino ancora non perfettamente integrato.
Un altro assaggio importante è quello del Pergole Torte 2010 (per una degustazione completa del 2007 in jeroboam, quì). Il produttore che informa che il 2010 è stata un’annata di carattere il che lo fa risultare piuttosto complicato sebbene più longevo. Uscirà a metà Aprile ma per ora resta troppo, troppo, troppo giovane sotto tutti gli aspetti. L’anno scorso (il 2009) mi colpì sebbene fosse ancora giovane (evidentemente il produttore aveva ragione a ritenerlo più immediato).
Podere Còncori è stata una scoperta.
Degustiamo il Melograno 2011 e 2010.
Base Syrah più altri, il 2011 è ancora da etichettare. Prodotto in Garfagnana è espressione di freschezza. Le uve vengono raccolte manualmente, viene vinificato prima in tini a cielo aperto, poi tonneaux, poi ancora in legno (non ricordo quale) vecchio e quindi affinato 5/6 mesi in bottiglia.
Un prodotto fresco, speziato e succoso. Davvero buono.
Il 2010 ha una ricchezza olfattiva più importante sempre sulle note di spezie e pepe, ben legato, lo vediamo davvero ottimo con un piatto di salumi. Se dovessimo dare un voto azzarderemmo 88.
Fra i migliori assaggi dell’evento
Grattamacco è una realtà consolidata da qualche anno appartenente al gruppo Colle Massari.
Grattamacco Bolgheri Rosso 2009 da uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese: visciole e ciliegie sotto spirito, espressione del frutto integra. Morbido, ampio, caldo e lungo. Fine, ottimo.
Colle Massari
Altra scoperta personale (perdonate l’ignoranza).
La tenuta Poggio di Sotto fa anch’essa parte della galassia Colle Massari, in zona Montalcino.
In degustazione Rosso di Montalcino 2008 e Brunello 2007.
Il produttore ci informa che le uve di rosso, brunello e brunello riserva sono le medesime, come uguale è la vinificazione. Cambia soltanto l’affinamento; da questo si capisce come già il rosso sia un vino eccezionale.
Il 2008 è l’ultima annata: eccezionale!
Vibrante, ampio, complesso equilibrato, un esplosione di aromi (riconoscibilissimo il tabacco) e sapori. Mi ha colpito soprattutto al gusto. 40-50 euro in cantina…
Il migliore assaggio della giornata in assoluto, sopra i 90.
Il Brunello 2007 è anch’esso spettacolare un pò più equilibrato e meno irruento. La mia preferenza resta sul rosso però.
Manca il Redigaffi…. tenuto ben nascosto 🙂
Tua Rita
In degustazione fra gli altri anche il Perlato del Bosco che, al momento, è uno dei vini che preferisco, capace di regalare emozioni (la degustazione completa quì e vale la pena di leggerla).
Proviamo il famoso Redigaffi 2010, uno dei primi vini a conseguire i 100/100 da Robert Parker nel 2000. E, ovviamente è un Merlot in purezza da 170 euro in cantina…
Naso esagerato, ampio, opulento ricorda da vicino i grandi Bordeaux. Tannino vispo ma ottimo al gusto e bevibile (magari) anche subito.
Poggio al Tesoro
Parliamo di un prodotto diverso: Dedicato a Walter 2007 100% Cabernet Franc.
Naso particolare incentrato sulle note erbacee e aromatiche di erba trita, finocchio, sedano. Corrispondenza gusto-olfattiva impeccabile, ottima freschezza e grande bevibilità che solitamente in questi vini lascia troppo spazio alle durezze. Ci piace molto, fra i migliori!
Chiudo menzionando ancora il Chianti Classico 2010 di Isole e Olena, il Flaccianello di Fontodi e il Paleo rosso 2009 di Le Macchiole; tutti ottimi vini che avrebbero avuto diritto a più un qualche riga.
Infine un plauso enorme agli organizzatori de L’acquaBuona, che hanno trovato un format vincente per far  avvicinare un pubblico così eterogeneo e mi hanno dato la possibilità di scoprire, e riscoprire, punte di eccellenza dell’enologia italiana.