Risale al 1130 la prima dicitura che indicava il Regno di Sicilia ulteriore, cioè aldilà del faro e quello citeriore, cioè al di qua del faro di Messina.
Invece è con Alfonso d’Aragona, diventato Rex Utriusque Siciliae, a metà del 1400 che ufficialmente si parla di Due Sicilie, due regni comunque indipendenti con due capitali Napoli e Palermo.
Dopo numerose vicende storiche che certamente non vale la pena ripercorrere qui, nel 1816 Ferdinando IV riunì in un unico Stato i regni di Napoli e Sicilia con la denominazione di Regno delle Due Sicilie. Inizialmente la capitale era a Palermo ma fu poi spostata a Napoli. Da lì a poco poco la storia diventerà quella del Regno d’Italia, cominciato con lo sbarco dei Mille a Marsala.
Così in omaggio ai miei amici napoletani, messinesi e palermitani mi sono sacrificata… e vista la stagione estiva ho assaggiato un paio di bollicine rappresentative, rigorosamente con vitigni autoctoni, che danno certamente al metodo classico ricchezza e personalità.
Due regni, due capitali, due vulcani … e il mare; indubbiamente tutti questi elementi – geo-storici e ambientali – contribuiscono a rafforzare il carattere originale di queste due piacevoli bollicine.
BRUT METODO CLASSICO – SICILIA DOC – Planeta, carricante 100%, 12,5° vol., 20 mesi sui lieviti– Prodotto nella tenuta di Sciaranuova, sul versante nord dell’Etna.

Avevo già assaggiato il metodo classico, Mata Brut, da uve 100% falanghina e mi era molto piaciuto. Così questa volta ho voluto provare l’ultimo nato.
MATA ROSÉ METODO CLASSICO BRUT – Villa Matilde, aglianico 100%, 12, 5° vol., 36 mesi sui lieviti – Prodotto nella Tenuta Rocca dei Leoni, su un terreno vulcanico ricco di potassio e fosforo, con ceppi molto vecchi.

Brindo dunque a Garibaldi e ai Mille (di cui 437 lombardi) … che mi hanno consentito di avere amici così cari e assaggiare vini così buoni!