È la settimana di Ferragosto ma le notizie nell’enomondo circolano lo stesso a grande velocità. Appunti di degustazione vi aiuta ad afferrare quelle più importanti o anche solo quelle più simpatiche. Eccole, le nostre AppuntiNews:
I vini italiani preferiti dagli utenti Vivino

Con oltre 17 milioni di utenti, Vivino è di gran lunga l’app numero uno della wine community mondiale e rappresenta attualmente una fonte estremamente importante per misurare le tendenze e i gusti del popolo dei wine lovers. Vivino ha pubblicato il ranking dei vini italiani più apprezzati dai propri utenti: al primo posto si è classificato il Sassicaia di Tenuta San Guido seguito dall’Ornellaia. Sul terzo gradino del podio si piazza il Tignanello di Antinori seguito dal Primitivo di Manduria Sessantanni di Feudi San Marzano. Al quinto posto un’eccellenza veneta, l’Amarone Classico della Valpolicella di Tommasi. Bevono bere, gli utenti di Vivino! Scorrendo la classifica dei primi venticinque vini, si nota l’assenza di vini piemontesi. Già: che fine hanno fatto, i vini piemontesi?!

Un vino da cani
Oops I did it again! Gli strateghi di Apollo Peak non hanno resistito alla tentazione e dopo aver immesso sul mercato il “Pinot Meow” e il “MosCATo” dedicati ai gatti hanno pensato bene di soddisfare le esigenze canine con “ZinFanTail” e “CharDOGnay”. Questi “vini” in realtà non hanno nulla di alcolico, anzi non hanno nulla di lontanamente vicino a un vino: sono composti infatti da principi naturali pensati per il piacere dell’amato amichetto peloso. Non ci resta che formare i nostri cani e gatti, farli diventare sommelier e… leggerne le recensioni!
Inizia la vendemmia, riduciamo la burocrazia
Tra pochi giorni anche al nord Italia inizieranno le vendemmie, alcune delle quali saranno protagoniste della sperimentazione del Registro digitale per gli adempimenti burocratici. A regime, sostiene il ministro Martina, il nuovo sistema consentirà di eliminare circa 65.000 registri cartacei. Il Registro digitale sarà obbligatorio per tutti i produttori dal prossimo gennaio. Una volta tanto l’Italia sarà all’avanguardia, dato che sarà il primo paese in Europa a dotarsi di un sistema telematico di questo tipo. Finalmente, viene da dire: la burocrazia infatti è percepita dai viticoltori come un fardello a tratti insopportabile, una vera piaga, un labirinto di imposizioni spesso anacronistici e privi di senso. Più vino e meno burocrazia!
Sauvignon connection. Sequestrati 780 litri in Abruzzo

Ancora un sequestro di vino collegato alla vinificazione di sauvignon finita nel mirino della magistratura di Udine nel settembre 2015 e giornalisticamente denominata Sauvignon connection. L’ipotesi formulata è che alcune aziende abbiano utilizzato un esaltatore di profumi non dannoso per la salute e tuttavia non consentito dal disciplinare. Al centro della questione sembrano esserci il consulente bioclimatico friulano Ramon Persello e ben 17 titolari di azienda finiti sotto inchiesta per concorso in frode nell’esercizio del commercio aggravato e vendita di sostanze alimentari non genuine. Le analisi dei campioni ripetute più volte e da laboratori diversi, tuttavia, non hanno evidenziato anomalie e forse anche per questo la Procura di Udine aveva chiesto una proroga di indagini.

Ora un altro capitolo: martedì 9 i carabinieri dei Nas e gli esperti della Repressione frodi hanno sequestrato – su mandato della Procura di Chieti – presso la Cantina Ortona 778 ettolitri di vino. L’ipotesi, anche in questo caso, è che al vino prodotto sarebbero stati aggiunti sale rosa dell’Himalaya e integratori alimentari a base di aminoacidi, su disposizione di Ramon Persello. Ci auguriamo che su tutta questa faccenda si faccia presto chiarezza, nell’interesse del vino italiano che di simile pubblicità non ha proprio bisogno.

Lo champagne che verrà

Il futuro dello champagne corre sul filo dei cambiamenti climatici. Ce ne siamo accorti già da un po’ e se ne sono accorti ancora prima al Comité Champagne, che in collaborazione con l’Institut National de la Recherche Agronomique e con l’Institut français de la vigne et du vin, ha indetto un programma della durata di 15 anni allo scopo di creare nuove varietà capaci di adattarsi ai mutamenti climatici. La previsione è che da qui al 2100 le temperature medie potranno salire anche di cinque gradi, cosa che certamente non gioverebbe alle colture così come sono attualmente.
Il programma si propone quindi di incrociare i sette vitigni presenti nel disciplinare dello champagne con altre varietà caratterizzate da specifiche proprietà, finalizzando l’incrocio al raggiungimento di nuove specie naturalmente resistenti alle nuove temperature. Prepariamoci allora: lo champagne del futuro non sarà affatto come quello attuale. Ahinoi.