Lo zio Reginaldo è uno dei miei personaggi Disney preferiti. Dopo aver rischiato di finire in casseruola innaffiato dal Madeira, se ne va con Guendalina e Adelina Blabla, lasciandoci con questa famosa massima: Beati coloro che si sbronzano tra di loro! Per chi non lo conosce o per chi lo vuole rivedere ecco il link!
Lo scorso 19 aprile, all’AIS Milano, Ilaria Ranucci ci ha introdotto in questo percorso unico nel suo genere, perché non capita spesso di poter assaggiare tanti Madeira nella stessa serata, potendone finalmente capire le peculiarità, legate al vitigno di riferimento, seppur mantenendo alcune caratteristiche comuni, come vedremo.
Madeira è
un’isola portoghese di
origine vulcanica, nell’Oceano Atlantico, a nord ovest della costa africana e al
32° parallelo. Se non fosse un vino così famoso… davvero non potremmo immaginare una produzione di qualità a questa latitudine.
Il clima è subtropicale con una
bassa escursione termica, con un massima di 24°. In alcuni periodi dell’anno può essere anche molto piovoso, non d’estate quando invece le viti rischiano lo
stress idrico. Il nord dell’isola è battuto da venti più freddi mentre il sud subisce l’influsso di correnti calde.
Il terreno è formato tipicamente da rocce basaltiche, ricche di ferro e magnesio ma povere di potassio che rendono questo vino particolarmente acido. L’umidità del clima rende le viti estremamente sensibili alle malattie, in particolare all’oidio che a metà ‘800 distrusse i vigneti. La fillossera poi e una serie di eventi e congiunture segnarono profondamente l’economia dell’isola.
Risale al
1351 la prima carta geografica che riporta l’isola, dapprima colonizzata da
mercanti italiani, genovesi e toscani in testa, seguiti poi dagli
inglesi, a seguito del matrimonio dell’Infanta del
Portogallo con il Re d’
Inghilterra nel 1661. Tra i primi ad approdare a
Madeira, il nostro
Cristoforo Colombo.
Nel ‘700 il madeira diventò un vino sempre più rinomato, apprezzato da George Washington, successivamente da Napoleone che ricevette in regalo una scorta di vino, degustato molti anni dopo da Churchill. Non dimentichiamo poi che Shakespeare ne parla in alcune sue opere; in particolare, nel Riccardo III, il duca di Clarence viene affogato in una botte di Malmsey.
Quasi tutti conosciamo i 4 principali vitigni nobili:
sercial, verdelho, boal, malmsey ma va detto che ormai il 93% della superficie vitata è occupata dal
tinta negra, con il quale si ottiene la maggior parte dei
Madeira presenti sul mercato. Le percentuali degli altri vitigni sono veramente irrisorie e vale la pena citarle:
Sercial 1,1%,
Verdelho 0,9%,
Boal 1,7%,
Malmsey 2,3% e il
Terrantez lo 0,1%. Quasi scomparso, questo ultimo vitigno è stato recentemente riscoperto e riproposto perché davvero interessante.
E ora veniamo ai vini!
Madeira Henriques & Henriques Seco 5 Anos, Tinta Negra, alcol 19° vol., residuo zuccherino 51,5 gr/l, acidità totale 5,1
La
“specialità” della casa, l’unico tra quelli degustati che fa acciaio (
estufagem). Di un bel topazio brillante, al naso emerge immediatamente la tipica frutta secca del Madeira, qui in particolare la noce, poi il pepe bianco, la buccia di agrume, una leggera speziatura e una punta di alcol. In bocca spicca come prima nota l’agrume, un alcol gentile, freschezza e il ritorno tipico di frutta secca nel finale. Adatto per un aperitivo. Molto gradevole.
L’Infanta del Portogallo avrebbe gradito.
Madeira Barbeito Sercial 10 Anos, alcol 19,06° vol. , residuo zuccherino 50 gr./l, acidità totale 8,77
In botti di rovere (canteiro), ancora un topazio brillante, caratterizzato da una spiccata nota iodata, l’alcol risulta più vivace, frutta secca e agrumi ma comincia a farsi strada un gusto più cioccolatoso. I 10 anni fanno la differenza! In bocca l’ingresso è citrino, la sensazione alcolica più immediata e forte, si confermano la frutta secca, la grande acidità e un’ottima persistenza.
Estremamente equilibrato: un marinaio come Colombo lo avrebbe apprezzato
Madeira Blandy’s Verdelho 10 Anos, alcol 19° vol., residuo zuccherino 73 gr./l, acidità totale 6
Botti di rovere americano. Un ambra più scuro, un principio di fumé accompagna la classica nota di frutta secca e di agrume che risulta più coperto, una speziatura più dolce e un alcol morbido e rotondo. Al gusto la dolcezza comincia a percepirsi in maniera più sensibile, buona persistenza e l’agrume diventa arancia candita con un finale pulito e lungo.
Rovere americano: George Washington festeggiava forse con questo la nascita della Costituzione degli Stati Uniti?
Madeira Pereira D’Oliveiras Terrantez 1971- Pochi dati disponibili se non l’alcol 20° vol. ma non importa perché davvero è un fuoriclasse!
Un bellissimo color caramello con dei bagliori rossastri e una grandissima consistenza. Al naso una inaspettata ma deliziosa nota smaltata si accompagna a una frutta più polposa come l’albicocca, al miele. Un’ottima acidità e persistenza, una speziatura più marcata, un alcol morbido e rotondo, un intrigante limone e un fantastico finale.
Innaffiatemi pure… di Terrantez. Insieme allo zio Reginaldo!
Madeira Leacock’s Boal 1966, alcol 20,5° vol., residuo zuccherino 93,7 gr./l, acidità totale 8,4
Un bel colore “miele di castagno”, quasi rossiccio con particelle in sospensione. Un naso strano, inaspettato, immediatamente di funghi freschi per poi passare a frutti rossi, ciliegia, una nota di vaniglia. Una sensazione in bocca di alcol più bruciante ma ancora di una grande freschezza, quasi da frutta acerba e lunghissimo.
Napoleone avrebbe gradito. Peccato se lo sia bevuto Churchill…
Madeira Malmsey H.M. Borges 15 Anos, anche in questo caso il solo dato disponibile è alcol 19° vol.
Davvero un profondo color caramello e una grande consistenza. Profumo di smalto e plastica, frutta quasi sotto spirito, fumo, noce, eucalipto ma si percepisce anche l’aromaticità tipica del vitigno. Ottima corrispondenza gusto olfattiva e grandissima persistenza.
Ora capisco perché il duca di Clarence si è fatto annegare in una botte di Malmsey!
E dunque per finire: Beati coloro che si sbronzano … di Madeira … tra di loro!
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