Ci sono band che scopri così per caso, magari guardando un loro video… e ne rimani folgorato. Fanno un sound che si sposa alla perfezione coi tuoi gusti, suonano un rock puro, senza fronzoli e immediato che non scade mai nel ritornello commerciale.

I loro cd li consumi fino a quando cominciano a saltare le tracce e i loro mp3 rimangono nelle tue playlist per anni.



A molti è successo con i Rival Sons, band californiana cresciuta a pane e Led Zeppelin. La loro musica è una delle cose più belle ascoltate nel nuovo millennio: fanno un rock caldo ed energico dalla prima all’ultima nota, che affonda in forti radici blues e sublima  nel brano Soul, lento eppur potente, marchiato a fuoco dalla voce emozionante di Jay Buchanan e la Gibson di Scott Holiday.


L’essenza del rock è tutta nel loro album capolavoro Pressure and Time. Una sola parola: accattatevillo!!! Anzi, compratene due perché il primo lo consumerete…

Se invece ciò che cercate è l’essenza del Passito, la profondità gustativa e il caldo abbraccio della Sicilia, troverete tutto nel Ben Ryé di Donnafugata, imprescindibile pilastro dell’enologia italiana. Ogni annata sorprende sempre e non stanca mai, a differenza di molti suoi “colleghi dolci”.

Per il Ben Ryé, come per i Rival Sons, il mio consiglio è di farne scorta, una cassa da sei e vi passa la paura.

Se risaliamo un po’ lo Stivale fino alle Marche troviamo un’altra azienda che anno dopo anno non sbaglia un colpo: il nome dice tutto, Oasi-Degli-Angeli.

E in quell’Oasi non poteva che nascere un vino paradisiaco, il Kurni. L’assaggio del 2012 è una goduria celestiale, un vino che si mette in tasca tanti toscani, piemontesi e francesi: il Kurni non ha profumi, ha emozioni.

Nell’Oasi degli Angeli gli impianti sono fittissimi, le rese bassissime e il regime biodinamico ferreo, a metà affinamento le barriques vengono sostituite con altre nuove e il prezzo… sì, non è per tutti ma ogni goccia vale ogni centesimo speso.

L’uvaggio? No, nessun noioso internazionale ma il nostrano ignorantissimo Montepulciano, da viti tra i 50 e i 90 anni, tutte dunque o quasi già vive e soprattutto vegete verso la fine degli anni 60, il decennio in cui il rock è definitivamente nato.

Gli anni in cui artisticamente potevi fare ciò che ti pareva, tipo registrare un album in un circo, con tanto di clown e mangiafuoco, suonare i tuoi successi e invitare i Jethro Tull che fanno le smorfie alla telecamera, gli Who, Marianne Faithfull e Taj Mahal. Potevi metter su una band con Eric Clapton, Mitch Mitchell (il batterista di Hendrix), Keith Richards e John Lennon e dare il microfono a una stonatissima Yoko Ono (mentre tutta la band dietro di lei ride a crepapelle).

Ah, mi dicono dalla regia che una cosa del genere esiste davvero, l’hanno fatta i Rolling Stones e  il DVD si chiama Rock ‘n’ Roll Circus…un must have, un documentario, una pietra miliare del rock ma soprattutto una istantanea di ciò che era e ahinoi non è più la musica. Un’esperienza visiva pari se non superiore a quella uditiva. 

Di certo le collaborazioni di oggi sono tutt’altra cosa, per fortuna esistono delle eccezioni e una di queste porta il nome degli Audioslave, band formata per 3/4 dal metal rap dei Rage Against the Machine e  “The Voice” Chris Cornell, ex frontman dei Soundgarden.

La fusione tra il rock ribelle dei RATM e la voce scuola Grunge di Cornell  ha portato alla nascita dell’omonimo album, tra i più belli dell’ultimo ventennio, 14 tracce di puro godimento e deflagrazioni rock dal genio di Tom Morello e quella che ad oggi è la voce più bella del rock. Un blend decisamente riuscito. Ma cosa succede quando il blend lo si fa con due vitigni autoctoni?

La risposta è tutta nell’assaggio del Terra di Lavoro di Galardi, Aglianico e Piedirosso sui terreni vulcanici di Roccamonfina, un rosso che racchiude profumi, mineralità, profondità, freschezza, complessità e struttura, elevando il vino al rango di arte.

La benedizione di Parker a vino più buono del Sud Italia è persino riduttiva: dopo averlo provato diventerà uno dei vini più buoni che abbiate mai provato.