L’ultimo decennio ha segnato l’esplosione e la definitiva consacrazione del Fiano di Avellino quale più grande bianco d’Italia e non c’è bisogno che i supporters degli altri bianchi dello stivale storcano il naso, è semplicemente così e basta.

I motivi di tale successo sono ormai sotto gli occhi e sulle papille di tutti, e baciamo per terra che i prezzi siano rimasti oltremodo bassi: in giro spopolano vini buoni la metà del Fiano più scarso che costano il doppio del Fiano più blasonato.

Il suddetto successo ha inevitabilmente spostato le luci della ribalta da quello che è stato invece il principe degli anni ’90, il Greco di Tufo: abilità dei produttori, marketing, mode, gusti, forse tutto e forse niente, ma in questo passaggio del testimone vi è rimasta un’unica costante: il Greco di Tufo Vigna Cicogna di Benito Ferrara.
Otto ettari di proprietà per l’azienda di Tufo, di cui uno per la vigna da cui nasce questo fantastico cru, posto a 500 metri slm e raccolto a fine ottobre. Vinificazione e maturazione in acciaio, breve affinamento in bottiglia. Del legno non sanno cosa farsene da quelle parti, e ne hanno ben donde.
Il pluripremiato millesimo 2014, dopo un ulteriore e consigliatissimo riposo in bottiglia, è senza mezzi termini un vino stre-pi-to-so.
Al naso si evince subito la nota affumicata, mentre in bocca è indubbiamente salmastro. Un doppio impatto clamoroso.

La mineralità e la sapidità nell’assaggio gli donano ulteriore complessità, nonché un allungo da mezzofondista: grazie ad essi il Vigna Cicogna  sale su un aereo e vola nel cielo del gusto senza mai scendere di quota. Accompagna la beva una piacevolissima e stuzzicante nota erbacea, quasi piccante.

La tensione gustativa si distende ed amplifica quando spuntano la dolcezza del miele di eucalipto e la morbidezza del glicine, prima dell’immancabile chiusura ammandorlata. Un tourbillon di sensazioni ancora in via di definizione, benché nette e pulite, che non lascia dubbi sul futuro di un vino che darà soddisfazioni per tanti tanti anni ancora.

E con un prezzo che non arriva a 15 euro non può che scattare l’operazione “Cassa da sei”!!!