La varietà ampelografica italiana regala sorprese con una certa frequenza, per fortuna. Perché dico per fortuna? perché solo l’appassionato italiano può decidere, con una certa di facilità, di variare il contenuto del proprio calice non solo per lo stile o la provenienza geografica ma soprattutto per la materia prima: l’uva. Può farlo il sommelier francese? No. Può farlo il degustatore tedesco? Meno che meno!
La prova è qui davanti a me, sotto forma di pecorino, in particolare in questo Falerio Pecorino 2014 della Cantina Colli Ripani. La storia del pecorino, autoctono del Piceno, è ricca di sofferenza: paga infatti una produttività non sempre abbondante. Solo negli anni Ottanta, vero e proprio Rinascimento di molte produzioni italiane, illuminati produttori marchigiani e abruzzesi gli restituiscono identità e dignità che sembravano perdute.
Oggi la Cantina dei Colli Ripani produce un Pecorino che rivendica in un solo sorso tutto ciò che negli anni gli è stato negato. Il naso è burroso e ammiccante, aiutato da una nota agrumata che sembra messa apposta per stupire. In bocca ha corpo e sapidità, con in più uno scatto che lo rendono, finalmente, riconoscibile. Solo acciaio. Prendete nota, vi stupirà.