Quella frase, guarda caso, era una strofa della “Canzona di Bacco” ma se Lorenzo de’ Medici, personaggio out of time, fosse vissuto nel ventunesimo secolo di sicuro avrebbe amato il rock e forse forse la sua Canzona l’avrebbe chiamata “Canzone Rock” ma il contenuto sarebbe rimasto lo stesso, perché nella musica spesso l’incoscienza, l’essere acerbi e in un certo senso “puri” e non contaminati da altre influenze ha portato giovani artisti a produrre album eccezionali.
Quante volte abbiamo sentito dire frasi del tipo “i primi tizio e caio erano grandi poi si sono commercializzati”, “Gli U2 degli anni 80 spaccavano, quelli di oggi fanno le canzoni per i bimbominkia!”. Ecco tutto ciò è spesso vero e difatti non è raro imbattersi in album d’esordio col botto.
L’alter ego liquido degli Strokes è di certo il Cirò ‘A vita di Francesco De Franco, lontano anni luce da certi mattoni calabresi e invero vicino alle eleganze d’Oltralpe. L’assaggio 2008, annata d’esordio, è qualcosa che difficilmente dimenticherete e vi tornerà in mente come un ritornello che non riuscite più a togliervi dalla testa…
Nel mondo del vino per fortuna ogni annata è diversa dall’altra ma un esordio col botto, e qui la deflagrazione si è avvertita dalla Trinacria al Sudtirol, lo ha fatto Giovanni Ascione, alias Nanni Copé col suo Sabbie di Sopra il Bosco 2008.
Uno di quei vini che lo bevi e non riesci a trovare difetti, dove avverti la sapiente mano del suo papà nel dosare percentuali delle uve, scelta dei terreni e selezione delle barrique. Ci trovi acidità, struttura, ventaglio di profumi, bevibilità, Pai, tutto e tutto da un blend tutto autoctono dei campani Pallagrello, Aglianico e Casavecchia, altro che il “francese” Montevetrano…
E non sono molti i vini che sanno regalare una tale profondità emotiva, vini che nascono, prima che in vigna, nel cuore del produttore, spesso pieno di amarezze, cultura, delusioni e sogni.
Luigi Tecce, viticUltore irpino, è una persona che auguro a tutti di incontrare almeno una volta nella vita. A me è capitato a un Vinitaly: mi spiegò e rispiegò un suo esperimento in anfora come fossi suo figlio, ma se berrete i suoi vini sarà un po’ come conoscerlo perché ci troverete il suo cuore, ricco di arte, orgoglio, sincerità, competenze, un cuore visionario eppur lucidissimo, di un uomo straordinariamente semplice.
I suoi due immortali aglianico, Poliphemo e Satyricon, sono profondi, austeri, struggenti. Un nettare di umanità.
L’omonimo album è stato un successo commerciale, apprezzato anche da critica e colleghi, addirittura Sua Maestà Jimmy Page ha definito la musica dei Royal Blood “di una qualità tremenda, hanno innalzato il rock di un paio di livelli”.