Verticale di Siepi Castello di Fonterutoli

Nel 1992 a Castello di Fonterutoli si vinificava il primo Siepi, blend di sangiovese e merlot dei Marchesi Mazzei. Con la vendemmia 2012 Siepi ha raggiunto il ventesimo anniversario. I più bravi in matematica coglieranno al volo che qualcosa non quadra: nel 2009, infatti, il vino non fu prodotto in quanto l’annata non fu considerata all’altezza. 

Come ha scelto Castello di Fonterutoli di festeggiare l’evento? Con una verticale, la cui conduzione è stata affidata al comunicatore contemporaneo del vino per eccellenza: Luca Gardini, of course! 
E così martedì scorso c’eravamo anche noi, tra gli ottanta fortunati invitati all’Armani Hotel di Milano
Verticale di Siepi Castello di Fonterutoli
Gardini è in camicia con maniche arrotolate e jeans. Un vero “sommelier in T shirt”, come lui stesso ama definirsi. Chi non lo ha mai sentito degustare dal vivo… beh, ha perso qualcosa.

I puristi della degustazione tecnica ascoltandolo potrebbero inorridire, ma chi bada al contenuto non può fare a meno di convenire con le sue valutazioni.

Luca ha abbandonato il gergo convenzionale ed il perché ce lo ha spiegato nella recente intervista che ci ha concesso (e potete rileggere qui). C’è una cosa che tuttavia è innegabile: sa farsi ascoltare, sa farsi capire e potete giurarci, ad una sua degustazione non vi annoierete mai. 
Verticale di Siepi Castello di Fonterutoli
Luca Gardini
Tornando alla nostra verticale, la degustazione è stata aperta da un intervento di Francesco Mazzei, rappresentante della famiglia che da 25 generazioni possiede l’azienda.

Siepi è il nostro fiore all’occhiello – esordisce – Nei primi anni ottanta qualcuno aveva iniziato a reimpiantare il cabernet ma mio padre volle reimpiantare il merlot poiché alter ego del Sangiovese, consideravamo merlot e sangiovese la combinazione perfetta. Impiantammo 4830 ceppi ad ettaro, e nel 1984 era una cosa innovativa, allora se ne impiantavano molte meno. Furono intuizioni geniali ed il tempo ci ha dato ragione”.  

Verticale di Siepi Castello di Fonterutoli
Francesco Mazzei

Iniziamo: Gardini afferma subito un concetto interessante: durante la degustazione noteremo non solo l’evoluzione del vino ma anche quella della vite. E poi aggiunge: oggi per il consumatore cosa conta nel vino? La garanzia. 


Oggi chi compra Mazzei sa di avere la garanzia di un grande vino.” 

Prendete nota, prego.
Di seguito alcuni cenni sulle sette annate di Siepi provate. Parole e musica di Luca Gardini (fra parentesi le mie personali osservazioni).




1992 
Naso dark.  Integro, pulito, il frutto è maturo ma vivo, il tannino è ancora più vivo ma sostenuto da acidità e salinità. Il sorso è dinamico. (Mi piace moltissimo, è diretto, vispo, caratteristico).
1996 
Nota di cassis e agrume. Polverosità, la caratteristica dei grandi Sangiovese. Sale allo stato puro aromaticità. Longevità e grande piacevolezza (Non saprei dire bene perché, ma ha caratteristiche del 1992 con ancora maggiore personalità).
1999 
Annata difficile, che ha tirato fuori il meglio del merlot. Ha il naso del 1992 e la bocca del 1996. Naso denso, non parliamo di intensità. Si sente il frutto del sangiovese, non quello del merlot. Viene fuori la parte floreale e quella polverosa, quasi di lavanda. Tannino croccante che si mastica. Spessore e testurizzazione in evidenza (cosa potrei aggiungere io alla “testurizzazione”?!) .
2004 
Verticale di Siepi Castello di FonterutoliQuesto naso è il condensato degli anni 90, eucalipto, ha la forza del sangiovese che è la freschezza e la compattezza del merlot, nota piccante di pepe rosa.

In bocca ancora nota aromatica (ancora più buono: qui capisco cosa vuol dire Gardini parlando di evoluzione della vite. Crescendo la vite allunga le radici e raggiunge strati del terreno più ricchi di minerali. Il vino ne trae evidenti benefici).

2010 
Al naso ha quello che il merlot ha da giovane: i sentori del melograno, un up-and-down di grande salinità territoriale. Paradossalmente giovane ma pronto, tannino asciutto, aiutato ancora dal sale (sapidità in evidenza, non fine a se stessa ma ingrediente integrato, parte del tutto).
2012 
Fucilata olfattiva e arco mentolato, tipico del Sangiovese. Qui non troviamo il sale ma salamoia, sentore tipico delle annate più difficili.
2013 
Vino già di grande equilibrio, aromi di melograno e polverosità, il punto di forza è in bocca. Ha bisogno di bottiglia, ha bisogno di evoluzione (un peccato berlo adesso: da grande sarà… grandissimo!).