E’ stata una festa, ma non solo. Una occasione informale ed istruttiva per provare oltre cinquecento birre artigianali spillate direttamente da ventitré publican provenienti da tutta Italia. Stiamo parlando dell’Italia Beer Festival, che per la prima volta inaugura la Pub Edition, raddoppiando il classico appuntamento di primavera.

Lo Spazio Antologico East End Studios di Milano ha ospitato l’evento lo scorso week end e noi c’eravamo! La location era ampia e ben organizzata, con i punti di ristoro saggiamente concentrati in una zona unica, onde limitare il propagarsi di eventuali aromi di cibo. Ogni publican disponeva di una postazione personalizzabile, che ha reso il colpo d’occhio iniziale davvero suggestivo.
Ecco le birre che abbiamo degustato:

Iniziamo dal Mosaik Pub di Catania con Spaceman, del Birrificio Brewfist: aroma luppolato, ben sostenuto da scorza di mandarino, miele e foglia di limone. In bocca è erbacea, lunga e dalla spuma soffice. A seguire la Ecstasy of Gold, “ale” del Birrificio Buskers, il primo birrificio itinerante:  esalta per i profumi intensi e variegati cui segue un gusto mentolato e amaro.

Nanai di Malarazza è una double IPA, il cui 7% di volume alcolico è ben sorretto da un palato dinamico e avvolgente, con un finale secco e duraturo. Menzione speciale per le etichette di questo birrificio siciliano.

Il pub Il Porco di Corbetta (MI) ci dà la possibilità di provare la Rurale del birrificio Montegioco: ambrata da luppoli inglesi, si esprime all’olfatto con note speziate ed agrumate, in un intenso rincorrersi.

Al corner dell’Highlander Pub di Parma proviamo la prima red IPA italiana, la Blood IPA creata in collaborazione con il Birrificio Farnese: profilo olfattivo fruttato e leggermente vegetale, al gusto è di difficile interpretazione, caratterizzata dall’aroma del luppolo e vena amara non troppo persistente. Non è una birra beverina, rientra nella categoria “o si ama o si odia”.

La birra Hattori Hanzo del birrificio Mukkeller, presentata dal pub Vaffalluppolo di Fermo è un omaggio a uno dei film cult di Quentin Tarantino, Kill Bill: è una double indian pale ale piena, strutturata e aromatica. I bei profumi precedono un gusto completo e potente, con bella persistenza. 

Il Lambiczoon di Milano ci offre, infine, una vera chicca: la Oude Kriek,  una Lambic belga di F. Boon ottenuta con la rifermentazione spontanea di ciliegie immerse nel mosto di birra. Il risultato è per veri intenditori, più simile a un vino che non a una birra: rosso rubino, poca effervescenza, non molta schiuma. Al naso i toni di ciliegia emergono nella loro limpida delicatezza, accoppiandosi a sentori di vaniglia e legno. Gustosa e particolare, la giusta conclusione di una serata… a tutta birra!