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Mantova e i suoi dintorni sono noti per l’arte, i paesaggi ed il buon cibo. Meno per il vino. Di questo si ricorda solo il Lambrusco mantovano. Eppure esistono tanti produttori e tanti vini meritevoli di considerazione. Il Consorzio Vini Mantovani dal 2012 opera per promuovere il territorio e i vini che lì vengono prodotti.
Pochi sanno, infatti, che esistono due aree vitivinicole ben distinte: le Colline Moreniche (nella parte settentrionale della provincia di Mantova, ma a sud del lago di Garda) e l’Oltrepo’ Mantovano (la zona più tradizionale, con terreni argillosi dove si produce il Lambrusco Mantovano). E proprio in queste aree, diversi produttori, con tanta passione e non meno capacità, allevano vigne di merlot, cabernet,  chardonnay,  lambrusco Viadanase e lambrusco Grappello Ruberti.
Incuriosito dalla presenza di vitigni internazionali vocati a lunghi invecchiamenti come il merlot e il cabernet (sauvignon e franc), riporto le note di degustazione del San Biagio di Cattani, vendemmia 2015. Un blend dei due cabernet che evolve in botti di rovere dell’Allier per 18 mesi e in bottiglia per altri 12 mesi prima di essere messo in commercio. Il naso è  elegante e si riconosce la nota erbacea tipica dei vitigni, ricordi di roccia e pietra focaia. Seguono sentori di prugna cotta, tostatura di caffè e tabacco dolce. In bocca il tannino è fine, ma il sorso è un po’ al di sotto delle aspettative create dal naso, a tutto vantaggio però di una buona prontezza di beva, potente e di buona lunghezza.

Il Nerone di Borgo La Caccia, anno 2011, è merlot e cabernet. Evolve per 16 mesi in barriques. Al naso la nota erbacea è più intensa del precedente assaggio, con inflessioni più rustiche. Seguono sbuffi di frutta rossa matura, di ciliegia e prugna in particolare, quindi note terrose,  di china, di fiori secchi, incenso e di cenere. L’impatto in bocca è deciso, ma anche qui, si capisce la vocazione all’abbinamento culinario; un vino che ricerca il piatto.
Entrambe le aziende sono collocate nella zona delle Colline Moreniche dove i terreni sono caratterizzati da argilla e ghiaia, principalmente di composizione calcarea e di terre di colore rosso. Al particolare terreno si unisce il clima mite del vicino lago di Garda e tale combinazione sembra favorire una buona maturazione delle uve e premiare i profumi.
Dell’Oltrepò Mantovano – la zona più conosciuta – assaggio il Lambrusco Mantovano delle Cantine Giubertoni. La cantina oggi produce circa 100.000 bottiglie, soprattutto di lambrusco e lo fa da 5 generazioni: una garanzia di affidabilità e serietà.  Il vino è un rosso frizzante, esuberante nella schiuma violacea e nei profumi vinosi e di fragola che avvicinando il bicchiere al naso rimangono impressi. Offre un sorso che non delude e che si fa apprezzare per la sua immediatezza e piacevolezza. Un vino a cui non bisogna chiedere molto, ma che in cambio garantisce grande soddisfazione, soprattutto se accompagnato da salumi e da formaggi di media stagionatura.
Bottiglia conica per il Rosso dei Concari delle Cantine Lebovitz, lambrusco viadanase (50%), maestri (30%) e marani. Il nome del vino è un tributo agli antichi lavoratori della Conca di Governolo, opera idraulica risalente al 1609 per rendere navigabile il Mincio e accrescere i commerci del Ducato di Mantova. Rosso rubino vivace, spumeggiante, sprigiona sentori di frutta rossa, ciliegia soprattutto, e di fiori, fra tutti le violette. Il sorso è equilibrato e fresco, ben si abbina ai piatti tipici del mantovano, ai salumi soprattutto. Vino di punta dell’azienda, ha un ottimo rapporto prezzo/qualità.
Leggi anche il post dell’evento 2017 sui vini mantovani a questo link