L’anno scorso ci eravamo avvicinati a Summa con la curiosità intrisa nello scetticismo tipica di chi crede di averle viste tutte. Non ci eravamo documentati granché e pensavamo di ritrovarci a un evento rurale, quasi una sagra.
E invece ci sbagliavamo, e di grosso. Andate a rileggere a questo link ciò che ne abbiamo scritto: non il solito evento, non una fiera vera e propria ma qualcosa di difficilmente ascrivibile nelle canoniche classificazioni. Chi c’è stato sa a cosa mi riferisco; chi non ci è stato… si organizzi!
Giovedì scorso a Milano, presso la storica Trattoria Trombetta, Alois e Clemens Lageder hanno invitato la stampa per presentare l’edizione 2017 di Summa, programmata per il 9 aprile e hanno scelto di farlo accanto a tre protagonisti dell’evento: Lorenza Sebasti di Castello di Ama, Alberto di Grésy e lo chef padrone di casa Giancarlo Morelli. Moderatore/presentatore dell’incontro Fabio Giavedoni, curatore della guida Slow Food.
Prima di partire con le novità di quest’anno Alois ha spiegato come è nata Summa, ricordando che inizialmente… non si chiamava affatto così!
Il primo nome fu infatti Quintett, poiché l’idea era quelle di invitare cinque vignaioli in tenuta da cinque zone di produzione diverse.
Alois sottolinea con convinzione che vent’anni lasciarono il Vinitaly non perché la fiera veronese non fosse valida, ma piuttosto perché lo era troppo: i visitatori erano tantissimi e riceverli all’interno dello stand era diventato impossibile.
Venti anni dopo Summa è già un grande, grandissimo evento: non tanto per i numeri, sia pure importanti (83 vignaioli per 330 etichette in degustazione) ma per il concept unico e probabilmente inimitabile.
Come ha detto Clemes Lageder
“Summa non è solo un evento all’insegna del vino, ma è soprattutto un’occasione dove vignaioli, giornalisti, operatori di settore e visitatori interessati si ispirano reciprocamente, in un’atmosfera familiare ed accogliente. L’enorme forza che nasce da questo incontro influisce sulle nostre idee e sul nostro lavoro quotidiano.Questa è la quintessenza di Summa, che ci accompagna sin dall’inizio”.
Poco prima della conferenza, durante un breve scambio di impressioni, lo stesso Clemens ha utilizzato un termine che ho condiviso appieno, avendo vissuto Summa 2016: energia.
Summa è un evento con dei valori e chi partecipa vive come in una bolla energetica dove le idee e le interazioni viaggiano a velocità altissima e vi è beneficio per tutti: produttori, addetti ai lavori, visitatori.
Quest’anno c’è qualche novità: intanto la manifestazione torna alle origini e avrà durata di un giorno; inoltre ci sarà una serata di apertura, sabato 8, con il Walking Wine Dinner Sette premium chef per Summa. Un evento nell’evento, organizzato con i vignaioli che partecipano a Summa in collaborazione con Care’s – The Ethical Chef Days.
Protagonisti dietro i fornelli gli chef Anatoly Kazakov, i Fratelli Costardi, Norbert Niederkofler, Thorsten Probost, Yoji Tokuyoshi, la squadra di Hannah & Elia nonché il già citato Giancarlo Morelli.
Per chi ama le curiosità, una chicca: da dove deriva il nome Summa? Ce lo ha spiegato Alois: nel 2004 parve a tutti che fosse arrivato il momento di cambiare nome all’evento e così mentre ascoltava della musica con la moglie Veronika si imbatterono in un brano del compositore estone Arvo Pärt: SummaForStrings. Trovato!
Summa deriva dal latino e significa somma, totalità: si presta benissimo a un evento il cui scopo è quello di far incontrare i vignaioli migliori affinché emergano l’essenza del vino e le peculiarità più caratteristiche.
Last but not least: anche quest’anno Summa devolverà parte del ricavato alla Casa della Solidarietà di Bressanone, che da anni accoglie e assiste persone bisognose, parecchie delle quali in condizioni di grave necessità. Un segnale molto chiaro, per non dimenticare chi vive un periodo meno fortunato. Chapeau.