Finalmente… dopo tanta pioggia  è tornata, il 6 giugno alla sede AIS Milano, la quarta edizione di Sparkling Classic Summer. Un appuntamento sempre molto apprezzato e il pubblico effettivamente partecipa numeroso.

Siamo stati anche noi. Curiosi di assaggiare dei metodi classici un po’ diversi. Pochi giorni fa a una serata mi hanno proposto un ottimo metodo classico che il cameriere ha presentato come prosecco… Che dire: ottimo lavoro per i bravissimi viticoltori che hanno saputo far diventare il prosecco un brand così accattivante, dall’altro canto un po’ di dispiacere per chi fa un prodotto completamente diverso con tempi e modalità così differenti. 
Sinceramente io mi sono dedicata alla scoperta di bollicine nuove. Senza nulla togliere alle zone più conosciute, presenti comunque in sala – Trentino, Franciacorta, Oltrepò –  mi sono avvicinata con curiosità e devo dire con soddisfazione a produttori di zone meno apprezzate ma – a mio parere – molto interessanti, soprattutto quando siamo in presenza di vitigni autoctoni.
Quindi alcuni suggerimenti, al volo, per assaggiare bollicine, da nord a sud senza preoccuparsi troppo di commenti tecnici puntando più “estivamente” alla piacevolezza gusto-olfattiva.

Su tutti la novità di Villa Matilde: MATA, falanghina in purezza, 60 mesi sui lieviti. Dalla tenuta di San Castrese, un territorio particolare, che coniuga natura vulcanica e nota marina: davvero una bella scoperta! Un esordio col botto e scusate lo scontato gioco di parole!
Il Lugana di Perla del Garda mi piace assai al naso ma anche in bocca: buono, buono, buono. La scelta di produrlo solo in magnum non può che esalatarne profumi e complessità. Lo preferisco comunque al “classico” chardonnay che pure merita, in entrambe le proposte presenti.
E perché non andare in Molise, regione non ancora abbastanza valorizzata ma che ha tanto da offrire: stupitevi pure con il Lare metodo classico di Valerio Campi, falanghina, trebbiano e chardonnay, una liquirizia (e non solo) che vi stuzzicherà il palato.

Forse un po’ rustico ma insolito, per chi ama scoprire i vitigni autoctoni quasi dimenticati: il Rosé Brut di Cieck, 100% di Neretto di San Giorgio, 30 mesi sui lieviti; io per esempio non lo conoscevo, e voi?

Un assaggio nelle Marche ripaga sempre: Mencaroni è presente con due tipologie di Verdicchio dei Castelli di Jesi, Contatto e Apollonia, un brut nature millesimato che celebra egregiamente questo fantastico vitigno. Aggiungo che le etichette mi sono davvero piaciute. Avevo detto… niente commenti tecnici ma solo piacevolezza!

Per finire andiamo al sud con due proposte diversissime.

Il banco di Franco Di Filippo è preso di assalto perché ha portato, in accompagnamento al suo moscato reale, delle ostriche.

Arrivo al banco che sono ovviamente finite e mi dispiace perché davvero gli credo quando dice che il suo Estasi in Armonia – Pas dosé si sposi perfettamente con queste e ne esalti il sapore.

Il colore è talmente bello che ci fa immaginare una terrazza sul mare con un piatto di frutti di mare e un calice che non resti mai vuoto.

Finiamo in Sicilia con il d.zero il metodo classico rosé di Milazzo: inzolia rosa (mi dicono un clone di perricone) e chardonnay. Un altro bel gran vino che personalmente non accompagnerei solo al pesce.

Insomma di vini interessanti e insoliti da assaggiare ne abbiamo provati tanti. Proposte variegate di vini, alcuni ottimi come aperitivo, altri da godersi a tutto pasto. Intanto l’estate, speriamo, è arrivata e per fortuna abbiamo tempo per riassaggiarli tutti!