Sorgentedelvino Live! ci piace tanto. Lo abbiamo scritto a chiare lettere nei post delle edizioni precedenti (consultateli qui e qui): la presenza dei vignaioli dà a questo evento quel quid plus che nient’altro può dare.

Non c’è un ambiente freddo o industriale, come capita in altre occasioni. No: a Sorgentedelvino Live!, a Piacenza dal 20 al 22 febbraio scorsi, si sta bene e c’è sempre qualcosa da imparare dal calice o dalla voce dei protagonisti.

La qualità dei vini, inoltre, quest’anno è aumentata notevolmente e adesso è molto difficile imbattersi in assaggi tecnicamente scadenti. 

Piccolo passo indietro, però, per l’organizzazione, che ha inopinatamente deciso di non concedere più accrediti per l’ingresso ai blogger. Una decisione un po’ “vecchia”: rispettabile, ma non condivisibile.

E non perché siamo blogger. Ancora più grave, a mio parere, la misera riduzione – non richiesta – offertaci in luogo dell’accredito con mail standard e impersonale che noi di Appunti di degustazione abbiamo cortesemente respinto al mittente. 
Nessuna riduzione, invece, per i soci delle associazioni tradizionalmente agevolate, come AIS o FISAR, dimenticanza (dimenticanza?) francamente indecifrabile. 
Se si vuole fare comunicazione nel nome e nell’interesse del vino oltre che mettere in mostra i vignaioli e i loro prodotti, non guasterebbe un minimo di attenzione in più. Altrimenti un evento, pur bello, rischia di apparire solo come una semplice fiera commerciale, all’interno della quale far vendere le bottiglie è l’unica cosa che conta.  

Da notare anche l’assenza di taschine porta calici all’ingresso, forse – ma questo sarebbe comprensibile – per indurre il pubblico a procurarsi quelle che Emergency ha pensato bene di offrire a fronte di un’offerta libera.
Passiamo agli assaggi, come sempre di qualità e sempre accompagnati da istruttive chiacchierate con chi il vino lo conosce bene e certamente lo ama:
La Campania è l’università mondiale dei vitigni autoctoni. Monte di Grazia interpreta bene questa invidiabile caratteristica, ricercando l’esaltazione territoriale e respingendo quindi le tentazioni commerciali.

Nascono sotto questa luce vini come Bianco 2014 da uve pepella, biancatenera e ginestra: grande sapidità e struttura nonostante una percentuale alcolica di solo 10,70%. Tutte le uve sono state colte tardivamente.
Rosso 2011 uve tintore e piedirosso e da impianti secolari. Nota di aldeide, tannino vispo. Le grazie del vino contadino. 

Fattoria di Bacchereto – Terre a mano

Una sorpresa. In positivo, certo. Iniziamo con il Carmignano 2012, caratterizzato da naso terroso e tannino impegnativo ma dotato di grande acidità. In prospettiva può ancora migliorare.

Con il Sassocarlo 2013 la bocca si spalanca per la meraviglia. Ottenuto da uve di trebbiano botritizzate, è un bianco tannico, robusto ma di grande freschezza, che duetta con una leggera morbidezza. Naso di zenzero e riso, molto dinamico, mai banale, precede un sorso originale e dal lungo finale. Molto bene, signori, ben fatto!

Nel cuore della Val di Cecina questa azienda produce vino seguendo i principi biodinamici ed è certificata biologica dal 2005.

Il Bianco 2013 ha un bel naso pulito ma con un sottofondo legnoso che a qualche purista potrebbe non piacere. Blend di viognier e chardonnay, coniuga molto bene le caratteristiche dei due vitigni vale a dire intensità olfattiva ed eleganza.

Il Pergolaia 2010, da uve sangiovese, merlot e cabernet per la restante parte. Bello lo spartito olfattivo ma la trama tannica fitta è spigolosa: rimandato a settembre.   

Il complesso olfattivo dell’AT Sauvignon blanc 2014 non è ancora del tutto sviluppato, ha bisogno di maturazione ma al palato è intenso e di qualità; darà il meglio di sé tra qualche mese, con l’arrivo dell’estate, e ci potrà rinfrescare accompagnando una bella carbonara di mare.

 E poi una chicca: Oasi 2013 è un vino secco da uve picolit. Inizialmente al naso si avverte un po’ di legno, successivamente, però, emergono con chiarezza piacevoli note balsamiche ed erbacee.

In bocca va dritto come un fuso e lascia dietro di sé una piacevole ed appagante sensazione. Siamo davanti a un vino davvero particolare, se fossimo su Twitter vi direi #segnatevelo.  

Sul versante nord occidentale dell’Etna, a ridosso del Parco dell’Etna sorge un piccolo paesino di quattromila anime o poco più: Maletto. E a Maletto dal 2013 c’è un’azienda, la Eno-Trio, condotta da Nunzio Puglisi e le figlie Stefany e Désirée.

Eno-Trio è figlia dell’amore per il vino, e quando si ama – si sa – si possono fare cose inconsuete, come sperimentare il pinot nero o il traminer aromatico, oppure moscato a petit grain o merlot. Ed ottenere ottimi risultati.

Nel Nerello Mascalese 2011 sin dal colore si comprende l’energia del vino. Il rubino luminoso e fiero, annuncia sentori dapprima fruttati, poi speziati ed infine eterei. In bocca si dispone con armonia, tannini e morbidezze in buon equilibrio, finale lungo intriso di delicata liquirizia. Accompagna perfettamente cacciagione e formaggi stagionati ma si può gustare anche da solo, guardando uno splendido tramonto etneo.     

Sorgentedelvino Live per quest’anno finisce qui: la nostra sete di vino naturale è stata placata (momentaneamente)!