San Colombano

Nonostante l’ira e la contrarietà dei genitori, San Colombano partì dalla casa paterna per cominciare a peregrinare per tutta l’Europa e – non a caso – è considerato il Santo europeo per eccellenza. Ma quello che ci interessa sapere è che il suo peregrinare lo portò anche in Borgogna per trasferirsi poi in via definitiva a Bobbio, dove ebbe sede il suo più famoso monastero che ancora oggi conserva le sue spoglie.

La sua capacità di convertire al Cristianesimo pare fosse pari a quella di insegnare la coltivazione della vite, anche se la viticoltura era – in questa zona – già testimoniata precedentemente al suo arrivo.
Con il crollo dell’Impero Romano la zona era ormai in decadenza ma grazie ai monasteri di Bobbio e a quello di Santa Cristina a Corteleona cominciarono un progressivo ripopolamento e uno sviluppo delle attività agricole: per prima i cereali, seguiti dai vigneti.
Il Monastero di Bobbio

Fu grazie anche a Galeazzo Visconti che le cose migliorarono, perché inviò suoi coloni sia per bonificare l’intera area, sia per contribuire al miglioramento delle tecniche di coltivazione della vite

Petrarca, ospite dei Visconti a San Colombano, ne parla come in un “fertilissimo colle” e moltissimi anni dopo, Carlo Verri, nella sua opera Discorsi intorno al vino e alla vite, del 1824, parla della gran quantità di uve che abbondano di sostanza zuccherina e scarseggiano di materia “vegeto-animale” e riconosce grande merito al lavoro dei viticoltori che rasentano – a suo parere – la perfezione.
Ecco così l’unica DOC della provincia di Milano. Nel 1500 si comincia a coltivare la Barbera e via via Lambrusca, Balsamica, Negrara, Moscatella e Malvasia. Su tutte la più interessante è la Verdea. Di origini antiche, datate almeno dal 1300, vinificata anche in Toscana ed esportata in Francia con il nome di Dorée d’Italie, deve il suo nome al colore dei suoi acini, come altri vitigni – Verdicchio, Verduzzo – con i quali tuttavia non ha alcuna parentela genetica.
Utilizzata più come una da serbo in fruttaio, da assaporare a Natale, viene vinificata solo in parte. Produce un vino bianco da caratteristiche molto particolari oppure viene utilizzata in uvaggio con altre varietà.

Che fare? Intanto chiudete il libro. Poi possiamo assaggiare due diversissime proposte che non fanno altro che confermare la ricchezza produttiva di questa piccola zona.


VIGNA LA MERLA 2006San Colombano DOC Banino

40% Croatina, 40% Barbera, 5% Uva Rara, 10% Merlot, 5% Cabernet Franc, 14° vol.

Un importante Cru, 24 mesi di affinamento in rovere e 24 in bottiglia senza filtrazioni e chiarifiche!

VERDEANettare dei Santi

100% Verdea, 12° vol.

Io dico che non è necessario andare nel vicino Veneto per un bianco beverino da aperitivo… e anche tanto più interessante.

Restiamo in Lombardia per favore!

(continua)