Siamo sempre in fermento ad Appunti di degustazione e ora che stiamo entrando nel clou dei millemila eventi imperdibili, e il dono dell’ubiquità non ci è stato ancora consegnato, non ci dispiace collaborare con amici che hanno voglia di mettersi in gioco.
Maria Laura Giove, nata nel 1991, lavora da circa un anno in enoteca e sta per completare il percorso che la porterà a diventare sommelier. Dopo tre anni di studi in legge ed un’esperienza nella ristorazione, colta dall’amore per il mondo del cibo e del vino lascia Gioia del Colle, e parte alla volta di Milano. Con Maria Laura siamo stati alla Giornata Italiana dello Champagne 2015 e così le abbiamo chiesto di fare un pezzo per noi:

Di Maria Laura Giove

Milano,8 ottobre 2015, Hotel Principe di Savoia. È una splendida giornata piena di sole, perfetta per celebrare le bollicine più buone dell’universo terrestre, quelle bollicine che si scelgono per festeggiare gli avvenimenti più importanti e che io personalmente berrei almeno tre volte al giorno.

Un po’ di confusione al Principe di Savoia…

È la giornata più patinata e attesa dell’enomondo meneghino, la degustazione ufficiale del Comité Champagne (Comitè Interprofessionnel du Vin de Champagne), ente che riunisce tutti i vigneron e tutte le Maison della denominazione, favorendo un equilibrio tra queste due categorie, attuando inoltre una politica di continuo miglioramento qualitativo ed economico.

Tra gli impegni quello di promuovere, oltre che di tutelare, la vite e il vino di Champagne attraverso azioni di comunicazione e promozione. Nasce così, da questo binomio, la Giornata dello Champagne, evento a cura di Bureau Champagne Italia.

Ben 43 marchi presentano 120 Cuvée al pubblico dei professionisti del settore e alla stampa.
L’edizione 2015 segna ufficialmente l’ingresso della champagne nel patrimonio mondiale dell’umanità.
I presupposti sono i migliori, sono pronta a farmi incantare e a vivere qualche ora distaccata dal mondo intero, con il cuore e con la mente solo ne la Montagne de Remis.
Che la magia abbia inizio…

Apro col botto, apro con DEUTZ Blanc de Blancs 2009.
Uno champagne perfetto per l’aperitivo, un’elegantissima espressione dello chardonnay di una maison teoricamente più legata al pinot noir. Un blanc del blancs espressione di tre terroir: Mesnil sur Ogel, Pierry e Ay (con una piccola percentuale di Cremant, Choully, Oger e villers Marmery). 

Finemente floreale e minerale al naso con note di vaniglia e una sensazione di grande freschezza che si riconferma in bocca. Immediatamente agrumato, pieno, non manca di grassezza ed è quasi fragrante, nel rispetto dello stile della Casa… anche senza il pinot noir!
Bella, bellissima la bollicina e grande beva che conquista tutti, ma proprio tutti, per una scelta dal successo assicurato.
Una Maison d’eccellenza che mette d’accordo qualità e quantità (impresa non da poco).
Un altro dei miei migliori assaggi è stato senza dubbio PAUL BARA Special Club Grand Cru 2005
Uno Champagne di altissimo livello ottenuto dalla vinificazione esclusiva da uve pinot nero (per questo millesimo 2005 il 90%).

Tutte le vigne si trovano a Bouzy, in piena area Grand Cru, nel cuore de la Montagne de Remis. Uno stile inconfondibile, lunghe maturazioni in una cantina centenaria scavata interamente nel gesso.

Il carattere del pinot noir si esprime immediatamente al naso.
È un naso potente, di grande intensità: sprigiona aromi di pasticceria, frutta candita, con tocchi di mela verde, lime e una miriade di sfumature minerali; evidente anche la speziatura, si riconosce il cardamomo e il pepe bianco. In bocca ricchissimo, super secco, la frutta candita ritorna e persiste anche sul finale. Ancora giovincello uno champagne che può ancora esprimere il meglio di sé. Promosso a pieni voti.

CHARLES HEIDSIECK Rosè Reserve:

Sul miglior rosè non ci sono dubbi, Charles mi seduce.
Raffinato alla vista, un delicato rosa cipria con riflessi brillanti, che si ottiene da un 7 % di pino nero vinificato in rosso. Un perlage finissimo dato dalla maturazione prolungata sui lieviti di almeno 36 mesi.

La ricchezza dell’assemblaggio (1/3 chardonnay, 1/3 pinot noir, 1/3 pinot meunier, con il 20% di vini di riserva) si esprime attraverso un bouquet ricco e complesso: confettura di fragole, leggeri sentori di sottobosco, rosa appassita, agrume, ma anche un’intensa inconfondibile cannella. In bocca non delude, perfetto equilibrio tra corposità e freschezza…Charles je t’aime!

L’ultimo assaggio è per l’Extra Quality Brut Blanc de Blancs di PLOYEZ JACQEMART e non potevo chiudere in modo migliore. 100% chardonnay da vigne Premier e Grand Cru. La produzione di è di 35000 bottiglie annue, destinate di sicuro agli amanti delle cuvée dal timbro marcatissimo minerale e salino.
Al naso è formidabile: pasta di mandorle, whisky, miele, vaniglia, zucchero candito, un susseguirsi di aromi dolci e intensi. È un naso ricco e maturo, espressione di uno Champagne di gran carattere e di uno stile inconfondibile e riconoscibile. In bocca generoso e pieno, grande freschezza e equilibrio.
Lunghissima persistenza, in un finale quasi ammandorlato.
Finale perfetto di questa giornata.
Adesso si torna in enoteca con tante nuove idee per questo Natale!