L’etichetta da sola basta e avanza. “Vignaiolo in Vho“. Anche nella retro etichetta. Basta questo a capire quanto Claudio Mariotto si identifichi nel territorio che egli stesso rappresenta così bene. L’azienda nasce negli anni venti e si tramanda di generazione in generazione l’amore per i vitigni autoctoni, barbera e timorasso.

Il Derthona 2012 è, appunto, timorasso in purezza: acido da far spavento, profondo da lasciare stupefatti. Sapido, certo, ma questo già lo sapevo. Non una grande complessità olfattiva, forse, ma certamente una nitidezza da vino vero, permettetemi. La nota agrumata va di pari passi con quella minerale che mi ricorda la pietra focaia. Accenno di erba aromatica, ma uno sbuffo o poco più.
In bocca mi piace per la verve ed una linearità che ricordano le persone di Tortona e dintorni, luoghi dell’anima, strade, colline e valli con storie da raccontare, osterie dove fermarsi, piatti da gustare. 
Un gran bel finale completa il sorso, ricco ma non opulento, fiero ma non per questo sgraziato.
Accompagna perfettamente piatti della cucina tortonese e va benissimo con una fetta di formaggio Montebore.