Una grande vetrina, un salotto internazionale, EXPO a Milano
è un’occasione assolutamente da non perdere
per promuovere le eccellenze Italiane.
Al vino è stato dedicato un intero padiglione,
“Vino, a Taste of Italy”, ed è qui che mi dirigo nell’afosa serata milanese del 17 luglio per
partecipare all’evento organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier
Molise:
una degustazione di tintilia di diverse cantine
molisane, guidata da Massimo Claudio Comparini, sommelier di assoluto valore,
conosciuto a livello internazionale.

I primi quattro assaggi sono già pronti davanti a noi, ma, prima di iniziare, due parole di introduzione a questo vitigno sono d’obbligo. 
Partiamo dal nome, che sembra derivare dal’iberico “tinto”, ossia rosso, ad indicare l’intensa colorazione
dei mosti, che assumono toni violacei, quasi neri. Un vitigno dalla discreta
vigoria e bassa produttività, che negli anni ’60 sono state la causa del suo progressivo abbandono e sostituzione col più prolifico Montepulciano. Tuttavia, da quando l’attenzione  dei produttori si è spostata più sulla qualità dei vini che sulla quantità, l’autoctona tintilia è stata riscoperta e valorizzata. Un’uva interessante, che vinificata in purezza dona al vino colori intensi e profondi, un’interessante paletta aromatica giocata su note speziate, vegetali, di frutta matura  o sotto spirito, nonché una discreta acidità ed un tannino elegante. Ma la tintilia non è solo questo, è anche un vitigno estremamente versatile, che si  modifica e adatta a differenti stili produttivi, indossando vesti fresche e beverine o più strutturate ed eleganti, senza, però, mai perdere le sue peculiarità.
La degustazione di questa serata prevedeva l’assaggio di ben otto tintilia prodotte da altrettante cantine. Forse un po’ troppe dato il poco tempo e il pubblico
eterogeneo, ma l’intento era quello di mettere in luce come vini prodotti con lo stesso vitigno ed in una sola regione, possano essere differenti tra loro, ognuno con la sua singolarità e particolarità. Diversità a cui contribuiscono molti fattori, tra cui composizione del
terreno, altezza delle vigne, venti, tipologia e durata dell’affinamento,
nonché i gradi alcolometrici, e l’elenco potrebbe essere lunghissimo, ma… Finalmente si comincia!!!
Un assaggio tira l’altro, le personalità di ogni tintilia emergono fieramente, via
via, da ogni calice, traducendosi in un alternarsi di sensazioni, a mio
parere, molto piacevole e divertente. Arrivata all’ultimo vino, posso affermare che lo scopo della serata è stato raggiunto: ho ritrovato e testato con “gusto” tutto ciò che era stato precedentemente anticipato a voce su questo vitigno. Ogni tintilia si è distinta dalle altre per una  o più particolarità, ma allo stesso tempo in tutte ho ritrovato l’impronta del vitigno: colore intenso, impenetrabile, che si
attacca letteralmente alle pareti del bicchiere, un vino che sembra masticabile
già alla vista. Al naso si percepiscono sempre note balsamiche, di macchia mediterranea e liquirizia, che sfumano verso l’etereo quando la componente alcolica è maggiore.
E infine, in tutte, il tannino fa sentire la sua presenza, decisa, ma non
invadente, un tannino che dona freschezza e corpo, senza astringere.
Ecco ciò che ho detto fin’ora tradotto in “appunti degustazione”.
Colle Sereno, Tintilia 2012, 14% vol
Il naso intenso, spinto e diretto esprime tutta la grinta  di questo vino. I profumi sono ancora “verdi”, vegetali, predisposti ad essere smussati, evolvere ed ampliarsi con qualche anno in più di invecchiamento. In bocca è  corposo, quasi masticabile, fresco e dal tannino ancora giovane, ma non invadente. Con una discreta prevalenza delle durezze, ma con una base solida di alcool e struttura, questo vino ha tutte le carte in regola per lasciarsi coccolare dal tempo ed arrivare ad un fantastico equilibrio. 
Una tintilia promettente.
Azienda VI.NI.CA., Lame del Sorbo, tintilia del molise 2011, 13% vol
Una cantina giovane e moderna come la sua tintilia, fresca, leggera e con tappo a vite. Ma Lame del Sorbo non è solo questo, è anche esperienza e conoscenza del vitigno, che, insieme, hanno permesso di ottenere un buon prodotto anche da viti molto giovani (l’impianto risale al 2009). Il calice ha chiari profumi erbacei e minerali, mentre in bocca questa tintilia è snella e fresca e il tannino una presenza fuggevole e delicata.
Una tintilia beverina.
Angelo D’Uva, Tintilia del Molise 2012, 13,5% vol
Un bel colore intenso e violaceo e un naso fragrante di frutta rossa fresca e matura che la distinguono dagli altri vini in degustazione. Al primo sorso mi immagino stesa tra i filari di una vigna ad assaporare succosi acni. Una bocca polposa, molto fresca e leggermente tannica. Non una grande struttura, ma un bell’equilibrio e un’ottima bevibilità. Un vino che rispecchia l’intento del produttore di conservare ed esaltare i  profumi e i sapori tipici del vitigno.
Una tintilia croccante.
Di Majo Norante, Tintilia del Molise riserva 2010, 13,5% vol
Riflessi granata e delicati sentori tostati preannunciano che questa versione della tintilia  ė stata affinata in legno. Un utilizzo sapiente di botti grandi, che non sovrasta il vino e permette al vitigno di esprimere comunque la sua identità. Il naso è ampio, bello. Intensi profumi balsamici e speziati perfettamente fusi tra loro e addolciti dal passaggio in legno. Il sorso è pieno, pulito, quasi rinfrescante grazie ad una piacevole nota mentolata. Una bocca che inizialmente sembra giocare soprattutto sull’eleganza, ma che immediatamente dopo fa sentire la sua struttura fresca e tannica. 
Una tintilia piena e balsamica.
Tintilie con stili e caratteri diversi, ma unite da un comune file rouge. Teatro della sfida tra eleganza e potenza che in alcune vede prevalere una sull’altra, in altre terminare perfettamente ad armi pari.
Un plauso ai produttori che stanno facendo un ottimo
lavoro per recuperare e vinificare sapientemente questo prodotto tutto
italiano. Si deve fare ancora molto lavoro, le cantine sono relativamente
giovani o nuove alla difficile coltivazione di questo vitigno, e i prodotti,
gia di buon livello, a mio parere hanno ancora un buon margine di
miglioramento. Tuttavia se continueranno cosi, avremo presto una new entry tra le eccellenze del nostro paese.