Non tutti sanno che la prima D.O.C. assegnata a un metodo classico, dopo lo Champagne, fu quella a Trento DOC. Ed il successo del banco di degustazione organizzato da Ais Milano lo scorso 29 settembre al Westin Palace Hotel di Milano è l’ennesima dimostrazione – casomai ce ne fosse ancora bisogno – che il marchio Trento DOC è ben associato dai consumatori e addetti ai lavori a prodotti di qualità, consolidando la tradizione spumantistica introdotta in Trentino già nel 1850 e rinvigorita da Giulio Ferrari nel 1902.

Poche volte ho visto la sala costantemente gremita e poche volte ho bevuto così bene a un banco degustazione, la cui qualità media complessiva era molto alta.

Ecco cosa abbiamo provato, in ordine di degustazione:


Maso Martis
Dosaggio zero: chardonnay e pinot nero, rispettivamente al 70% e al 30 %: bollicina fine ed esuberante, sentori di prodotti da forno e tostatura, bocca piacevole e agile, buona persistenza. Energico.
Brut Rosé: pinot nero in purezza. Bollicina fine e fragranza lo caratterizzano; corpo deciso eppure vellutato, buono anche per pasteggiare con cibi non impegnativi. Compagno versatile.
La Riserva 2007 ha perlage finissimo e caratteri olfattivi molto intensi, cipria e pasticcino, e permanente nota vanigliata. Sapido senza perdere rotondità, ha un finale notevole e lunghissimo. Molto ben fatto.

Ferrari

E’ il nome indissolubilmente legato alla tradizione spumantistica trentina e nazionale. Proviamo subito Riserva del fondatore 2002, il prodotto di punta dell’azienda dei fratelli Lunelli. Chardonnay in purezza, ma non chardonnay qualsiasi: le uve vengono selezionate con rigore dal vigneto Maso Pianizza, a 550 metri sul livello del mare. L’affinamento è decennale: si dà ai lieviti tutto il tempo necessario per caratterizzare uno spumante sontuoso ed elegante. Il colore è giallo brillante, con riflessi dorati. La spuma è fitta e le bollicine, naturalmente finissime come punte di spillo, producono un volume carbonico importante ma non eccessivo, tocco misurato ed equilibrato. Come ci piace dire qualche volta: pugno di ferro in guanto di velluto. Ed il naso? Si apre poco a poco, dinamico e complesso: frutta bianca poi tropicale cui seguono sentori di tostati e nocciola, alternati ai più varietali aromi di fiori e agrumi. La freschezza è sorprendente e ben duetta con la mineralità, verso il lungo e felice finale. Impareggiabile.

Maso Wallenburg
A Martignano, alle pendici del monte Calisio il Maso Wallenburg offre accoglienza nel proprio B&B affiancandola a un progetto di produzione vinicola. Corte imperiale è un blend chardonnay e pinot nero molto luminoso e dal naso particolare, che cattura subito l’attenzione. In bocca conferma le buone sensazioni sprigionando personalità in un contesto minerale di gran pregio. Piccolo capolavoro.
La Cuvée del Conte Fondatore 2008 vanta un periodo di affinamento sui lieviti ben più lungo rispetto a Corte imperiale: ben sessanta mesi. Il risultato è una maggiore complessità olfattiva, fondata su aromi di fiori bianchi, miele, agrumi e frutta secca ed una impronta di acidità che sorregge alla perfezione una bocca dinamica e molto gradevole. Da provare e riprovare, tanto non ci si stanca.

Revì
Nel cuore del Trento DOC, ad Aldeno, sorge Revì, fondata nel 1982 da Paolo Malfer. Il Dosaggio zero 2010  ha perlage abbastanza fine e non troppo soffice, è fresco e sapido, nervoso e gradevole proprio come un pas dosé dovrebbe essere. Esemplare.
Il Brut 2010 conferma buone sensazioni olfattive cui non segue – tuttavia – altrettanta personalità in bocca, dove spicca una vena fresca ancora esuberante. Promette ma non mantiene.


Cesarini Sforza
L’azienda, che festeggia quest’anno i quaranta anni di attività, fu fondata dal Conte Lamberto Cesarini Sforza il quale volle utilizzare l’aquila del proprio stemma araldico anche come simbolo aziendale, unitamente al motto “Il Trentino che spicca il volo”.
Tridentum Extra brut Riserva 2007: chardonnay in purezza, carattere olfattivi che rimandano al varietale, tuttavia senza particolare complessità; sempre sugli scudi la freschezza, gli manca però un po’ di dinamismo, assestandosi su un corpo senza troppi fronzoli e un sorso nervoso. Senza slancio.
L’Aquila reale Riserva è il prodotto di punta: chardonnay in purezza, uve selezionate dall’antico Maso Sette Fontane in Valle di Cembra, dotato di un terreno leggermente calcareo a cinquecento metri sul livello del mare; ben 72 mesi sui lieviti. Il colore è paglierino, invitante e luminoso; la spuma è soffice ma il perlage non è troppo fine. Al naso si intende già che tipo di spumante abbiamo nel calice: lo spartito è privo di ampiezza, architettato su note vanigliate e spudoratamente boisé, lampi di agrumi e non molto altro. Il gusto è ancora compatto, poco agile, timido: mineralità accennata e sapidità nella norma, non ci entusiasma. Non lo abbiamo capito o non ha capito noi?


Bellaveder
Vinificazione e ospitalità trovano coniugazione anche a Faedo, dove il Maso Bellaveder comprende un ristorante e quasi 7,5 ettari di vigneto. L’azienda è in fase di conversione biologica e presto ne avrà la certificazione.
Nature riserva 2009:  appare subito molto giovane, vestito di giallo paglierino poco intenso e tendente al verdolino; sentori di arancia candita si alternano a richiami varietali di frutta gialla. In bocca dà il meglio: tagliente e agile, non si risparmia, regalandosi appagante, sostenuto da volume carbonico perfetto. Promette faville.
Il Brut riserva 2009  si presenta con effervescenza continua e soffice; il naso vira qui su note più esotiche che agrumate, ben alternate a prodotti da forno; il sorso è molto buono, secco e droit, come dicono i francesi. Ci piace.


Altemasi 
Il banco si conclude per noi con uno dei prodotti più rappresentativi, Altemasi, la linea d’élite degli spumanti Cavit.
Il Brut 2010 ha spuma soffice, naso, composto, fine, caratterizzato da sentori di pasticcino e agrumi. Il gusto non delude, mantenendosi armonico e raffinato, vellutato senza perdere nerbo. Vicino alla perfezione.