Quando lo bevvi tre anni fa, si trattava dell’annata 2009, era un ragazzino; me lo ricordo sottile, delicato, profumato ma mai esuberante o sfrontato.  

Il Veltliner 2012 di Kuenhof, bevuto con due anni di affinamento sulle spalle, è invece un adolescente. 
Le cure e l’educazione di papà Pliger, con i suoi occhi glaciali ma buoni e la sua parlata pacata ma decisa, ne hanno fatto un giovanotto sicuro di sé.

Ora nel calice ritrovo al naso un particolare accenno di polvere da sparo. 

Bocca contraddistinta da ritorno di pesca gialla. Camomilla. Alcol sostenuto ma non preponderante. 
La bella acidità mi fa pensare, per il futuro, non già a un miglioramento ma di certo una conferma su questi livelli per un altro lustro. 
In questo caso è meglio rimanere così, perché quella del Veltliner è la meglio gioventù
L’ho accompagnato a una tartare di tonno e avocado e mi è strapiaciuto, ma sono curioso di riprovarlo su un tataki di tonno e più in generale su pesce alla  griglia.
Ringrazio Gianpaolo, l’invinato speciale di questo blog, per la preziosa collaborazione.