Ebbene sì. Rieccomi a distanza di un mese dal mio ultimo post (quasi due a dire il vero!!!); sapete com’è..impegni vari, Natale, bla bla, Capodanno, bla bla bla, lavoro, fancazzismo… cose così ecco.
Insomma, magari non avrete sentito proprio tutta questa mancanza però mi sa che dovrete continuare a sopportarmi.
E’ quindi con il pretesto di un grande pranzo domenicale dal mio socio che mi impegnerò a scrivere qualcosa di sensato sui vini della giornata.

Iniziamo dalla sera prima con la preparazione del mio, ormai famosissimo, pane al lievito madre, più tiramisù e “banana bread” (ricetta USA originale). Ora, certamente non essendo questo un blog di cucina (non ancora almeno) mi sarà consentito di passare all’argomento vino un po’ bruscamente.

Iniziamo dunque l’aperitivo con lo Champagne Laurent-Perrier brut (il base della casa) acquistato presso GDO. Cuvèe classica a maggioranza Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier viene assemblato con un 20% di vino di annate precedenti in modo da garantire un gusto simile anno dopo anno.
Alla vista è giallo paglierino brillante con bolla persistente, numerosa e fine. Bello da manuale, senza esagerare.
Il naso è sottile ma non troppo e per questo ci regala senza troppi ripensamenti sbuffi di agrumi, erbe aromatiche, frutta secca e lieviti da forno. Finale olfattivo su note di ceci, arachidi, noci.
In bocca è ben equilibrato e si apre a sensazioni di freschezza ben fuse con decisa sapidità e carbonica cremosa a tratti pizzicante. Agrumato, con lievi ritorni di frutta secca in retrolfazione e di media persistenza, è uno champagne senza troppi fronzoli, apprezzabile e gradevole che si beve bene. Perfetto accompagnamento delle squisite torte salate assortite fatte in casa.
Non potete capire…

Hop! Viriamo decisamente sul rosso… La fantastica visione delle lasagne (fatte in casa, manco a dirlo) si palesa in tavola.

Rosso alla cieca.

Abbastanza limpido rosso rubino tendente al granato mostra archetti fitti e lacrime lente, anticipo di buona struttura e consistenza glicerica.
Niente male questo Negramaro

Al naso è fruttato su note di frutta a bacca nera, poi secca, tamarindo e spezie varie; chiude, a tratti con prepotenza, su note floreali appassite e tenue soffio vegetale. 

Vino sicuramente caldo e sapido, spicca per componente speziata e fruttata; dimostra buon corpo al palato.
La freschezza, dapprima leggermente sopita, si rinforza dopo qualche minuto di ossigenazione a tutto vantaggio dell’equilibrio complessivo; nota erbacea sul finale e tannino tardivo, poi, completano il sorso regalando una pienezza inizialmente inattesa.
Vino solare, il Negramaro Piromàfo 2008 di Valle dell’Asso è profumato e  gradevole al palato.
Fra il pronto e il maturo.