diffusione al grande pubblico dei vini a denominazione della provincia
peloritana, con il contributo del Ministero delle Politiche agricole in
collaborazione con la Provincia di
Messina e la Strada del Vino della Provincia di
Messina.
vigile a questo tipo di manifestazione; sapendo che sarei stato in città per
qualche giorno mi ha avvertito con buon anticipo.
tempo: come in tutti gli eventi, specie in quelli che coinvolgono un folto pubblico, luci e ombre si sono alternate.
hanno tradito le attese, tutti meritevoli di attenzione, alcuni davvero molto
buoni. Le (poche) ombre sono legate all’aspetto organizzativo: entrambe le degustazioni sono iniziate in forte ritardo rispetto all’orario programmato. D’accordo, ci può stare. In entrambi i casi
vi era un unico grande tavolo da degustazione con solo due pazienti persone a mescere;
forse qualcuna in più non avrebbe guastato, specialmente alla serata tenutasi al Monte di Pietà, dove l’affluenza è
stata notevole.
in un contesto davvero affascinante e che personalmente non conoscevo ancora:
un edificio del diciassettesimo secolo munito di ampio cortile e bellissima scalinata di
architettura pregevole al centro della quale è raffigurata l’Abbondanza. Il complesso originariamente comprendeva alle spalle la Chiesa della Pietà: fu però quasi completamente distrutta dal terremoto del 1908 e ad oggi ne rimane solo la facciata.
l’Enoteca Provinciale di San Placido Calonerò, inaugurata nell’ottobre del 2010; sita nella zona ionica, nei pressi di
un piccolo rilievo collinare diffusamente vitato, occupa i locali di quello che nel 1500 era un convento benedettino e che oggi ospita altresì l’Istituto Agrario Pietro Cuppari. Il monastero domina il rilievo, offrendo una vista sullo
Stretto da cartolina. E i vini?
Le nostre degustazioni hanno avuto inizio con l’Inzolia 2012 di Antica Tindari, azienda
già trattata qui: nonostante il campione in esame fosse un po’ caldo, ha
manifestato buone qualità, legate soprattutto ad un naso floreale ed armonico
ed a un gusto fresco ed agrumato. Componenti minerali ed erbacee in evidenza.
L’interno dell’enoteca provinciale. |
Il primo rosso è stato il Faro San Placido 2010, prodotto dall’Istituto Agrario Cuppari nell’ambito di un progetto che ha visto coinvolti un centinaio di studenti dell’istituto, guidati dal produttore Marco De Grazie e dall’enologo Nicola Centonze: rosso
granato, naso intenso e molto fine di frutti di bosco maturi, rosa, speziatura
lieve di chiodi di garofano e tabacco dolce. In bocca è senza cedimenti,
struttura importante e analoga sapidità,
ben sostenuta da morbidezza alcolica perfettamente in sintonia. Tannino leggermente sopra le righe ma
senz’altro sulla strada di una buona longevità. Finale lungo con ritorno
amaricante.