Gabriele ha ragione, la solforosa si sente, ma a onor del vero dobbiamo ammettere di aver bevuto una bottiglia in due in meno di un’ora e questo potrebbe aver influenzato la sensazione. La solforosa percepita è dovuta a una macerazione delle bucce prolungata, tecnica molto utilizzata nei territori della Venezia Giulia: si tratta quindi di solforosa naturale e non aggiunta, particolare non da poco. Vipavska Dolina è la denominazione della Valle del Vipacco, territorio di antica tradizione vitivinicola, con terreni ricchi di fossili di origine alluvionale.
La bevibilità di questo prodotto è senza limiti: piacevole, fresco, minerale e affascinante. Il naso è forse un po’ penalizzato da uno spartito non molto vario ma vi assicuro che Viktorija è un ottimo compagno di aperitivi accompagnati da sfiziosità anche strutturate (nel nostro caso ha condotto fieramente una battaglia con delle olive siciliane condite con peperoncino e aglio).
E’ un Triple A, il che vuol dire che è il prodotto di una filosofia improntata sui concetti fondamentali che accomunano i produttori che vi aderiscono, e che promuovono il Manifesto degli Agricoltori, Artigiani e Artisti: per combattere l’omologazione nella produzione vinicola, ottenuta spesso attraverso l’uso smodato ancorché ex lege di chimica in vigna e lieviti selezionati in cantina, Triple A distribuisce vini che rispettano alcuni fondamentali principi: coltivazione in vigna senza uso di sostanze chimiche di sintesi, utilizzo esclusivo di lieviti indigeni per la fermentazione, uso limitato di solforosa e solo all’atto dell’imbottigliamento, niente filtrazione e niente chiarifica. Le altre condizioni sono dettagliatamente riportate nel decalogo Triple A.
In conclusione: la bottiglia di Viktorija è rapidamente terminata e pensando a quanto (poco) è costata, mi rammarico di averne preso solo una.