Gabriele ed io non beviamo un calice a casa mia, per il piacere di berlo, da parecchio tempo: da non crederci, vero?! Ieri sera l’ho invitato avendo già in mente il piccolo trabocchetto che volevo tendergli: gli ho sottopo alla cieca il Viktorija Brut nature di Slavcek, un refosco spumantizzato con metodo classico acquistato direttamente da Franc Vodopivec lo scorso marzo. Un vino non facile da degustare in senso tecnico ma, come vedremo, molto facile da bere.
Le considerazioni tecniche di Gabriele sul primo calice che gli pongo davanti sono queste:

Accidenti (non ha detto proprio così ma mi sento in dovere di edulcorare), uno spumante rosso! Mai provato un rosso spumante così! Cristallino rosso rubino scarico, numerose bolle persistenti tipiche di una spumantizzazione champenoise. Al naso avverto ciliegia ma soprattutto fragola, pot – pourri misto a sottobosco e terra bagnata, con una sferzata di muschio… intrigante! Sento molto la solforosa… cosa sarà?! Il gusto è subito impresso dal delicato tannino, distinguibile e senz’altro distintivo. Risvolto più che atipico, quasi unico. Sono sorpreso e molto incuriosito. Il volume carbonico è cremoso, frutto di una bollicina molto fine. Buona sapidità, ritorno floreale e fruttato, lunga persistenza; ha molti pregi ma anche un difetto, almeno per me: la solforosa si avverte più di quanto vorrei.


Gabriele ha ragione, la solforosa si sente, ma a onor del vero dobbiamo ammettere di aver bevuto una bottiglia in due in meno di un’ora e questo potrebbe aver influenzato la sensazione. La solforosa percepita è dovuta a una macerazione delle bucce prolungata, tecnica molto utilizzata nei territori della Venezia Giulia: si tratta quindi di solforosa naturale e non aggiunta, particolare non da poco. Vipavska Dolina è la denominazione della Valle del Vipacco, territorio di antica tradizione vitivinicola, con terreni ricchi di fossili di origine alluvionale.  

La bevibilità di questo prodotto è senza limiti: piacevole, fresco, minerale e affascinante. Il naso è forse un po’ penalizzato da uno spartito non molto vario ma vi assicuro che Viktorija è un ottimo compagno di aperitivi accompagnati da sfiziosità anche strutturate (nel nostro caso ha condotto fieramente una battaglia con delle olive siciliane condite con peperoncino e aglio).
E’ un Triple A il che vuol dire che è il prodotto di una filosofia improntata sui concetti fondamentali che accomunano i produttori che vi aderiscono, e che promuovono il Manifesto degli Agricoltori, Artigiani e Artisti: per combattere l’omologazione nella produzione vinicola, ottenuta spesso attraverso l’uso smodato ancorché ex lege di chimica in vigna e lieviti selezionati in cantina, Triple A distribuisce vini che rispettano alcuni fondamentali principi: coltivazione in vigna senza uso di sostanze chimiche di sintesi, utilizzo esclusivo di lieviti indigeni per la fermentazione, uso limitato di solforosa e solo all’atto dell’imbottigliamento, niente filtrazione e niente chiarifica. Le altre condizioni sono dettagliatamente riportate nel decalogo Triple A.   

In conclusione: la bottiglia di Viktorija è rapidamente terminata e pensando a quanto (poco) è costata, mi rammarico di averne preso solo una.