Di Maria Laura Giove
Lo so, sono stata assente per un po’ di tempo cari amici “appuntisti”, ma sono tornata per raccontarvi i miei migliori assaggi alla grande festa di Natale che si è svolta dal 25 al 27 novembre a Bologna, nelle magiche stanze di Palazzo Re Enzo in Piazza Maggiore.
Questa edizione 2016 di Taste of Christmas vede ben 19 chef dall’Emila Romagna, ciascuno con un “piatto icona” rigorosamente abbinato ad un vino selezionato dagli esperti della storica enoteca romana Trimani (tra l’altro recentemente premiati come ambasciatori dei vini dell’Emilia Romagna nel mondo).
Tra le novità di questo 2016 lo spazio “Un grande vino in mezz’ora” in collaborazione con Trimani e Pasabhace dedicato a tutti i visitatori enoappasionati di Taste.
Ed ecco a voi i quattro assaggi più interessanti di questo Taste che ho pescato dalla carta dei vini curata proprio dalla famiglia Trimani.
Spumante CANTINA DELLA VOLTA Lambrusco Modena MC Rosé 2012:
Christian Bellei rappresenta la quarta generazione di imprenditori vinicoli a Bomporto di Modena. Una sola grande passione, il metodo classico, che lo ha condotto alla nascita della Cantina della Volta.
Questo rosé è di certo una delle sue migliori espressioni, vinificato in purezza da uve Sorbara coltivate nei terreni alluvionali del fiume Secchia. Raccolta manuale e pressatura soffice.
Grandissimi risultati per il Sorbara in questo metodo classico. Un meraviglioso vestito rosa tenue e perlage fine; al naso un ricco profilo aromatico (pane integrale, nocciole tostate, rosa e melograno), in bocca morbido, di buon corpo e ben sapido. È stato protagonista del brindisi di chiusura di Taste of Christmas 2016 e vi assicuro che il botto c’è stato!
ZUCCHI Lambrusco di Sorbara “RITO” 2015:
Da uve sorbara 100%, questo metodo charmat dell’azienda agricola Zucchi mi ha decisamente conquistata. Di approccio forse non facilissimo per via della sua grande freschezza, figlia di un’acidità quasi tagliente, ma di buona personalità. Un naso minerale e un classico colore rosa cipria tipico della varietà Sorbara.
Voi direte che mi sono fissata ma, del resto, come dice il saggio giornalista e viticoltore Giorgio Melandri “Il Sorbara è buono anche quando non è buono”.
Siamo a San Lorenzo, nel cuore della campagna modenese, dove Davide Zucchi, insieme a sua moglie Maura e alla sorella Silvia Zucchi hanno iniziato ormai dagli anni 70’ un lungo processo di tradizione-innovazione dei vigneti e della cantina sulle orme del loro padre Bruno. Voi provate questo lambruschino con dei frutti di mare e poi mi dite.
Parliamo di un macerato piacentino e andiamo per l’esattezza in Val Trebbia. Giulio Armani fa vino da 1980 al fianco di Elena Pantaleoni di La Stoppa, celebre cantina capofila del rinnovamento artigianale-naturale dell’enologia italiana.
Un vino con un significato storico e sociale ben preciso quindi. Da circa dieci anni Giulio, insieme a suo figlio Jacopo, ha avviato una sua linea personale a Denavolo, frazione di Travo. Un impianto di circa quattro ettari di sola una bianca. Dinavolo è il suo vino di punta prodotto con Malvasia Aromatica di Candia, Ortrugo, Marsenne e altre uve locali da un suolo argilloso e molto calcareo.
Una lunga macerazione, solo lieviti indigeni e fermentazione in serbatoi d’acciaio. Non è un vino piacione, ma che necessita di pazienza da parte del degustatore. Ha il colore del tè, lo zolfo inizialmente al naso prevale, e in bocca l’impatto è ruvido, ma ha solo bisogno di tempo… è interessante degustarlo nel giro di qualche ora se avete tempo a disposizione e vedrete come il profilo aromatico vira su pesca matura e freschezza.
Di bella grinta e grande persistenza, il produttore lo consiglia con pesci grassi e piatti locali a base di salsa di carne, ma io lo preferisco da solo più che con l’accompagnamento gastronomico al quale poco si presta per la sua irruenza al palato.
IL PRATELLO Sangiovese “Morana” 2012 Bio:
L’azienda agricola biologica Il Pratello sorge nel comune di Modigliana (FC), terra di marne e arenarie che regala vini fini ed eleganti con risultati straordinari per il Sangiovese. Un luogo in cui l’escursione termica tra giorno e notte conferisce al frutto profumi intensi e persistenti e che, uniti alla bassa produzione per ceppo, forgia vini di grande struttura e impronta territoriale molto marcata.
Emilio Placci produce vini incredibili, longevi e austeri. La sua sfida è stata duplice: un territorio alto, al confine con la possibilità di coltivare la vite e quella di vinificare senza alcuna scorciatoia tecnica o chimica. Il risultato lo ritroviamo nel Morana, questo Sangiovese 100% nella sua forma più pura e naturale.
Un vino tutto frutto, dalla bocca ricca ed elegante, freschezza ben pronunciata e naso che esplode in funghi selvatici e aromi di bosco.
In abbinamento perfetto ai tortelli in sfoglia viola di anatra e rosmarino con porcini e melograno, “piatto icona“ di Ery Hodaj. Provati insieme…formidabili! Mi raccomando bevete i vini di Modigliana, scoprirete i Sangiovese più emozionanti e longevi di tutta la Romagna!
Oggi abbiamo finito ma vi rimando al prossimo appuntamento con Taste a maggio 2017 a Milano. Quindi cari appuntisti milanesi organizzatevi e non cercate scuse per mancare!