Con questa siamo almeno alla terza edizione di una serata magica che gli amici dell’AIS Milano promuovono con il fine di far capire al mondo una volta per tutte che il vino bianco, concepito in vinificazione adeguatamente, può durare nel tempo e regalare molto più di una semplice bevuta che l’ultima annata in commercio di solito concede.
Ne abbiamo provati un po’, lunedì 14 novembre, tra vecchi e nuovi.
A dire il vero molti più di quelli presenti in questi appunti di degustazione.
Da La Scolca andiamo diretti al D’Antan 2005. Una riserva di Gavi.
Naso sontuoso tutto minerale. Intensità, che se avessimo un righello, potremmo misurare in centimetri e non millimetri. Iodio, ostriche, fichi secchi, estremo in spezie dolci di cannella e chiodi di garofano e con un finale mix fatto di smalti e mazzolino di fiori di campo. E chi più ne ha più metta.
Bocca molto corrispondente, forse non lunghissima. Forse.
Non per tutti ma è sicuramente uno di qui vini che al novizio fa esclamare “Ammazza che vino!”
Le Bastìe 2011 Tomasella – friulano.
Secco, teso e morbido in un dualismo già estremamente ben fuso e con un palato dai ritorni inaspettati di noce e nocciola, equilibrato, con l’allungo del grande vino.
Il 2010 mostra tutto in chiave più vivida e soprattutto con un finale che dapprima sembra scemare nell’oblio ma poi torna e ti cavalca le tonsille tipo stallone al galoppo in un crescendo fortissimo di frutta secca e disidratata. E distillato, whisky.
Exultet 2011 Quintodecimo – 100% fiano.
Naso floreale e minerale puntiforme, quasi da grani di sale, imperativo in ginestra, camomilla, fieno, tiglio, ananas, banana matura ecc.
Volevo ricordare che il fiano, dopo lo chardonnay, è l’uva che si esprime con il maggiore ventaglio aromatico. Al mondo. E l’abbiamo noi. NOI.
Exultet 2009
Evoluzione in alcol da vernice, medicinali e benzene; equilibratissimo al palato perfetto nella maturazione e con svariati anni ancora all’orizzonte. Dopo 15 secondi torna a farsi sentire la nocciola il dattero e il caramello. Ne abbiamo già parlato e ne parleremo ancora. Sapevatelo.
Trebbiano d’Abruzzo Faraone – 100% passerina
Ma non era trebbiano? Si, e infatti la passerina appartiene alla famiglia dei trebbiani perciò nessun errore.
Da vigne poste a 150 metri di altitudine e 7 km dal mare, quest’azienda familiare del nord Abruzzo si affaccia con passione ad una vinificazione di qualità già dagli anni ’70.
2015
Naso su note fresche e di erbe di campo, frutta a polpa bianca di media maturazione e nota minerale che vira dal dritto al grasso.
Questa passerina ha una particolarità molto peculiare: l’acidità alta e il ph basso da una parte e terreni argillosi dall’altra, conferisce a questi vini una potenzialità di invecchiamento di svariati anni.
Il 2001 infatti è sconvolgente. Da vigne e terreni diversi sembra passato in legno. Tira fuori note molto evolute di torba, fungo secco, fico secco, legno di cedro e note eteree.
E al palato un’acidità sottile, una spina dorsale netta e definita, sostiene un sorso dinamico ed equilibrato fino alla fine.
Luna Mater Fontana Candida – malvasia puntinata, malvasia di Candia, greco e trebbiano.
Terreni vulcanici sciolti, poveri di azoto ma ricchi di potassio e atri elementi.
In vigna si utilizzano molto sovescio tipo favino e lupino perché “le leguminose aiutano la fissazione dell’azoto dall’aria nel terreno” e in cantina un legno di acacia grande, fine e delicato “per non marcare troppo.”
2008
Un bel vino. Pulito e definito al naso
Su frutta esotica e fiori gialli, speziatura dolce e chiusura secca di nocciola e mandorla tostata. Sorso piuttosto equilibrato morbido e di facile approccio.
2007
Gioca su note più fini. Qualcuno dice non assomigli nemmeno a un frascati… È un bel vino… certo Fontana Candida fa 4 milioni di bottiglie in totale, non proprio una realtà artigianale, no, ma di questo vino solo 15 mila. La differenza c’è e si sente.
In conclusione, vorrei che ciascuno di noi portasse a casa un messaggio molto importante da questa lettura.
La prossima volta che, ad esempio, un ristoratore o l’amico-vicino-di-casa-esperto-di-vino proverà a propinarvi un bianco di ultima annata, fatevi un favore; mandatelo a passeggiare in tangenziale, e ricordategli, anzi insegnategli, che anche i vini bianchi invecchiano!