Lettrici e lettori di Appunti di degustazione anche questa settimana abbiamo raccolto per voi le notizie più interessanti e divertenti dell’enomondo. Potrete leggerle comodamente sdraiati in spiaggia oppure tra un sentiero di montagna e l’altro o – se siete già rientrati in città – in pausa caffè in ufficio.

Primi dati sulla vendemmia

Puntualmente la Coldiretti ha diffuso le prime stime relative alla vendemmia 2016, rivelando che mediamente è iniziata con una settimana di ritardo e che globalmente dovrebbe produrre almeno il 5% in più rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri dello scorso anno, tenendo tuttavia conto dell’andamento differenziato tra le regioni del Belpaese. Eh già, perché se le previsioni in Puglia sono – per esempio – di un +15%, in Lombardia si pronostica un calo del 10%. La vendemmia 2016, fa sapere la Coldiretti, coinvolgerà oltre 600 mila ettari di vigne, dei quali ben 480 mila in denominazione e oltre 200 mila aziende vitivinicole. E allora… mano alle cesoie!

Le altre Olimpiadi

Pervasi da intenso spirito olimpico sette produttori vinicoli dello Hampshire (Cottonworth, Danebury, Exton Park, Jenkyn Place, Hattingley Valley, Hambledon and Meonhill) hanno sfidato i rivali del Sussex, istituendo alcune discipline atipiche, come la corsa del cameriere con vassoio, la staffetta tra i filari, il tiro a segno con i tappi e la corsa dei barili. L’evento, in chiara chiave humor, ha permesso di finanziare una associazione benefica “The Benevolent”, creata dai produttori britannici per sostenere i colleghi in difficoltà. Per la cronaca la vittoria è andata ai viticoltori dello Hampshire che si sono imposti all’ultima prova, quella del tiro alla fune. Ci viene in mente una domanda: agli “atleti” saranno stati effettuati i controlli antidoping?

Colpo di scena: pub inglesi in difficoltà
Rimaniamo in UK: secondo un rapporto della Campaign of Real Ale (CAMRA), associazione di settore, in Gran Bretagna chiudono 21 pub a settimana. La causa è da ricercarsi nei prezzi sempre più alti della birra e nella schiacciante competitività dei supermercati, specie degli hard discount, che offrono birra a prezzi irraggiungibili per i pub. La CAMRA pone l’accento anche sugli aumenti vertiginosi di vendita: nel 2000 una pinta costava mediamente 1,78 sterline mentre oggi si arriva a pagarla 3 sterline.

E alla fine arrivò il cibo 3D…

Avete capito bene: a Londra ha aperto per tre giorni, in via sperimentale, Food Ink: un ristorante dove non solo le posate ed i tavoli sono realizzati con stampanti 3D ma… anche il cibo! L’idea è tutta degli chef Joel Castanye e Mateu Blanche, rispettivamente provenienti dai ristoranti El Bulli e La Boscana. Il costo per i pochi fortunati (?) era di appena 264 sterline per un menù che attingeva dai piatti tradizionali inglesi e cucina molecolare. Materialmente le pietanze sono state preparate riducendo tutti gli ingredienti in pasta, inseriti in un contenitore a siringa collegato alla stampante byFlow. Siete curiosi? Bene, sappiate che ad ottobre Food Ink arriverà anche in Italia per proporre ai gourmet italiani il brivido del food 3D. Sapremo così se oltre ad essere così belli questi piatti sono anche tridimensionalmente buoni! 
…e persino la bistecca di laboratorio
Ci vorrà ancora del tempo ma nel giro di qualche anno la carne sintetica sarà realtà. Lo scenario futuristico è disegnato da Memphis Meat, una startup di San Francisco che promette di produrre carne in laboratorio senza uccidere un solo animale, partendo dalle cellule staminali dei bovini sviluppate nel siero fetale. L’argomento investe parecchi temi, non ultimo quello etico e dopotutto Memphis Meat non è la prima – e non sarà l’ultima – a proporre cibo alternativo: Impossible Foods, per esempio, con il loro burger 2.0 oppure Hampton Creek con la loro versione di uovo 2.0 da cui ricavano la maionese Just Mayo. Il cibo di laboratorio non è più una bizzarria di moda e può divenire – col tempo – una valida fonte alternativa ai classici allevamenti: non va dimenticato che la produzione di carne di laboratorio richiede un importante risparmio di risorse in termini di acqua, terra e di energia complessiva, nonché e una diminuzione del rischio di contaminazione. Sappiamo bene che si può anche ottenere vino senza uva (ne parlavamo qui lo scorso 11 luglio), per cui il solco è tracciato. Resta da vedere se sotto la terra vi si troverà altro humus o un fitto strato di letame.

 
Un Prosecco da record del mondo

Prosecco batte Champagne 291 a 285. È il nuovo risultato da iscrivere al Guinness World Record per il maggior numero di bottiglie stappate una di seguito all’altra, stabilito sabato 6 agosto al Pig Beach di New York. Ben 350 persone hanno contribuito, davanti ai giudici del GWR, al conseguimento del nuovo primato battendo di sei bottiglie il precedente, appartenente allo Champagne e stabilito a Londra nel 2015. Quattro le aziende associate al Consorzio Prosecco Doc che hanno partecipato: Astoria, La Marca, Mionetto e Zonin. We are the champions