Essere sempre aggiornati sul mondo del vino può essere difficile: per fortuna ci pensiamo noi con AppuntiNews! Ogni venerdì, una rubrica con le 7 notizie più importanti della settimana, le più cliccate o a nostro giudizio le più curiose, quelle che non potete ignorare, non potete non conoscere e non potete non riderci su. Buona lettura!
Cambio generazionale… o no?
Con un sintetico comunicato la famiglia Gaja lunedì scorso ha annunciato che “a partire dall’annata 2013 la denominazione dei singoli vigneti Costa Russi, Sorì Tildin e Sorì San Lorenzo cambia da Langhe Nebbiolo Doc a Barbaresco Dop“.
La famiglia Gaja fa sapere che la decisione è stata presa dai fratelli Gaia, Rossana e Giovanni e che in questo caso il grande capo Angelo fa non un passo indietro ma “un passo affianco”.
Era l’aprile del 2000 quando Angelo Gaja decise di rinunciare alla DOCG, a partire dall’annata 1997, per i suoi cru di Barbaresco. Fu una decisione che fece molto scalpore poiché proveniva dall’azienda che più di tutte aveva contribuito alle fortune della denominazione.
Sembrerebbe, quindi, che in seno all’azienda-icona del vino italiano ci si sta preparando a un graduale e comprensibile cambio generazionale: ma è proprio così? O si è voluta dare una versione di comodo per non evidenziare un dietrofront concettuale? Qualcuno, in tempi non sospetti lo aveva detto: Angelo Gaja si pentirà di essere uscito dalla DOCG. Il dibattito è aperto.
Blu è bello
Il vino come ogni altro prodotto in commercio segue le regole del marketing. Un esempio viene da Gik, il vino blu che ha letteralmente invaso i social e generato un acceso dibattito ancora molto vivo.
Già: come non definire un’operazione meramente di marketing quella che dei giovani spagnoli hanno intrapreso, commercializzando in realtà un rosé ottenuto da un mix di uve bianche e rosse della regione basca? L’idea, molto glamour ammettiamolo, non è neppure inedita: un richiamo al blu i fratelli Saraceni in Italia lo fanno già con Blumond, un prosecco addizionato di aromatizzanti alla pesca fresca dolce.
Tornando a Gik restiamo in attesa di provarlo, questo vino puffoso. E se poi ci piace?!
The Floating Piers e il Franciacorta
Siete stati a passeggiare su The Floating Piers, l’installazione sul lago di Iseo dell’artista Christo? Se ci siete stati avrete probabilmente colto l’occasione per visitare una cantina franciacortina: è quello che hanno fatto in tanti, stando alle prime stime che trapelano e che parlano di un bel +139% di visitatori per il Festival Franciacorta d’Estate.
Oltre 50.000 i calici di spumante venduti tra il 18 giugno e il 3 luglio. Un vero successo, tanto che molti si stanno chiedendo: Christo ma non è che l’anno prossimo vuoi rifarlo?!
Parliamo della longevità dell’uomo, anche se il vino ha il suo ruolo. Il “segreto” ce lo svelano i gemelli belgi Paulus e Pieter Langerock che proprio oggi compiono 103 anni. La loro ricetta è: bere un buon bicchiere di vino rosso ogni giorno, mangiare con moderazione e non affrettarsi a rincorrere le donne.
Sui primi due punti le evidenze scientifiche danno sicuramente ragione agli arzilli centenari ma su quest’ultimo consiglio… beh, lasciamo a ciascuno di voi la libertà di seguirlo alla lettera o meno!
Vino Bio? Boom!
Non si potrà più parlare di moda passeggera, si era capito da un pezzo. I numeri, ancora una volta, non si discutono: il vino biologico in Italia ha avuto negli ultimi dieci anni uno sviluppo del 259%, a fronte di introiti pari a oltre 200 milioni di euro.
I dati, forniti da Wine Monitor Nomisma, rivelano che il nostro Paese si assesta al secondo posto in Europa per produzione biologica, dopo la Spagna e terza nel mondo. Nel 2015, la percentuale di italiani che ha acquistato almeno una bottiglia di vino bio è passata dal 2% del 2013 al 16,8%, a fronte del boom di vendite presso enoteche e negozi specializzati e soprattutto GDO. Secondo Wine Monitor Nomisma, il 38% dei consumatori che non beve vino bio, ha dichiarato di non farlo semplicemente perché non trova il vino a marchio bio nei negozi e nei ristoranti frequentati. Meditate gente, medidate.
In vacanza? Sì, purché ci sia vino
Per noi che nel vino ci sguazziamo non è una novità. Ora i numeri del rapporto reso pubblico dall’Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana lo affermano a chiare lettere: le DOCG della Toscana corrispondono alle zone o città più visitate dai turisti italiani e stranieri nel 2015. Violante Gardini, presidente MTV Toscana, ha affermato: «Non è affatto un caso questo dato, l’enoturismo è un fenomeno assodato e le nostre eccellenze vitivinicole sono un appeal internazionale». Sembra confermata la tendenza ad andare in vacanza ovunque, purché ci sia vino nei dintorni. Già da tempo sono escluse dalle nostre preferenze, infatti, tutte le località ove la vite non cresce, sappiatelo.
I vini dei VIP. Quali i migliori?
Tra i vini prodotti dai VIP, quali sono quelli che riscuotono un maggior successo? Vivino ha pensato bene di stilare una classifica che rispondesse a questo quesito, basata sui punteggi che gli utenti della famosa app assegnano ai calici che degustano.
Al primo posto si è classificato Sister Moon de Il Palagio, blend di sangiovese, merlot e cabernet sauvignon prodotto da Sting e dalla moglie.
Piazza d’onore per il merlot Director’s cut di Francis Ford Coppola. Medaglia di bronzo per il noto Miraval Rosé della coppia arci nota, arci sexy, arci tutto, Brad Pitt & Angelina Jolie. Di quest’ultimo vino ne abbiamo anche parlato in maniera più approfondita in questo articolo: andate a vedere cosa abbiamo scritto. Nei primi posti della classifica, che contiene i nomi più disparati (da Cliff Richard a Donald Trump, da Sam Neil a Drew Barrymore), compaiono due vini italiani ma di VIP nostrani… neanche l’ombra!