Come si dice nei quotidiani e nei blog che si rispettano, riceviamo e volentieri pubblichiamo una segnalazione di una nostra amica e collaboratrice fotografica, direttamente da Inycon, la festa di tre giorni che a Menfi ha valorizzato il vino di territorio. Il vino… fa bene (noi lo diciamo sempre!)
di Irene Leonardi
In vino veritas, dicevano i latini.
Ma in un calice di rosso questa volta è possibile trovare molto di più. Solidarietà, per esempio. Diciamolo chiaramente: io di vini non ne capisco niente! A onor del vero, quello di cui scriverò, non l’ho neanche assaggiato. Oggi da me non aspettarti una recensione.
Ma se sei convinto che un vino non sia fatto solo di descrittori e persistenza aromatica intensa, è il caso di continuare a leggere.
È durante Inycon, la manifestazione che ogni anno prende vita nel caratteristico centro di Menfi, in provincia di Agrigento, che ho conosciuto “Ciàtu”. Gli ingredienti, mi assicurano, vengono saggiamente miscelati per dare vita ad un rosso da uve alicante che fa bene sia al cuore che alla società: i ricavati delle vendite serviranno infatti per aprire uno sportello riabilitativo per bambini affetti da autismo. Tanto mi è bastato per acquistare una bottiglia.
Prodotto dalle locali Cantine Barbera in collaborazione con l’Istituto Walden all’interno del progetto “Oltre Vino”, il rosso nasce un po’ per caso grazie ad una chiacchierata informale tra Marilena Barbera e Michele Buscemi, vicepresidente dell’istituto.
Un prodotto che coniuga responsabilità sociale d’impresa e il mondo del no profit. “I fondi raccolti ci permetteranno non solo di prenderci cura dei più piccoli – assicurano i promotori – ma anche di sostenere le loro famiglie, per affrontare con maggiore serenità i problemi di ogni giorno”.
Bisogna però aggiungere qualcosa: “Ciàtu” non è solo un prodotto del dio Bacco ma anche uno spettacolo teatrale. Alcuni artisti, infatti, hanno partecipato al progetto “Oltre Vino” mettendo in scena una pièce che racconta la Sicilia. È il caso di Lucia Alessi e Raimondo Moncada, attori e registi che hanno allestito lo spettacolo, corredato dalle musiche di Ezio Noto, che ha calcato diversi palchi locali contribuendo alla raccolta fondi.
Ciàtu, in dialetto siciliano “fiato/alito”, spesso viene usato come appellativo per le persone alle quali si vuole bene. “Ciatu mio” e “ciautu di lu me core” (“Fiato mio” e “alito del mio cuore”) sono infatti due antichi modi di dire del sud d’Italia.
“Per noi però è sinonimo di vita” – concludono – quella delle persone di cui vogliamo prenderci cura”. Che importa allora sapere dei toni fruttati o della trama tannica? In ogni caso su questo aspetto non saprei aiutarvi visto che la mia bottiglia, contenente il vino della seconda annata, al momento riposa al buio in un luogo lontano dal calore.
Tra paio di mesi, il tempo che mi è stato consigliato di aspettare, saprò dirvi qualcosa di più!